Il professor Emilio Gentile, massimo storico italiano del fascismo, mi scrive: “Il 5 luglio, dopo aver ricevuto varie e sollecitanti richieste, ho accettato di fare una lunga intervista sul mio libro Né stato né nazione per una puntata speciale del programma di Giovanni Minoli La Storia siamo noi, dedicata alle prossime celebrazioni dei 150 anni di unità d’Italia. La mia intervista, mi è stato spiegato, sarebbe andata in onda nella prima puntata prevista per il giorno 15 luglio alle ore 24 su Rai2 e il 16 luglio alle ore 8 su Rai3, insieme a una intervista di Minoli con Giuliano Amato, presidente del comitato per le celebrazioni, e a una intervista con Giovanni De Luna. La registrazione è avvenuta nel pomeriggio del 5 luglio nel mio studio universitario ed è durata circa mezz’ora, con domande sui temi da me trattati nel mio saggio. Alla conclusione, molti elogi per le mie risposte da parte degli intervistatori, e conferma che l’intervista sarebbe andata in onda regolarmente come previsto. La conferma viene ribadita la mattina del 15 luglio per tramite di persona coinvolta nella preparazione della puntata speciale. Poi, guardando la puntata la notte alle ore 24, mi accorgo che non soltanto la mia intervista è stata completamente cancellata/censurata, ma nel corso dell’intervista con Amato il conduttore Minoli cita almeno due volte “lo storico Gentile” attribuendomi frasi che non ho mai né detto né scritto oppure estrapolate in modo da stravolgerne il significato”. Per esempio, i telespettatori hanno appreso che Gentile sosterrebbe che la nazione italiana non è mai esistita. E che occorra istituire una commissione dell’oblio.

Della prima affermazione non c’è traccia nel libro, che sostiene esattamente il contrario in polemica con le tesi leghiste. Quanto alla seconda, è tolta di peso da un apologo fantapolitico che riportiamo per intero: “Per avvalersi dell’oblio come fattore di unione degli italiani sarà necessario addomesticare la ricerca storica. Un’apposita Commissione dell’Oblio potrebbe dire agli storici cosa si può ricordare e cosa si deve dimenticare, adattando continuamente il passato alle necessità di una storia comune. Anche se, ovviamente, non si potranno istituire Giornate dell’Oblio in sostituzione delle Giornate della Memoria, perché tutte le Giornate sono momenti per ricordare e non per dimenticare. Forse sarà più pratico ed efficace fare completamente a meno della storia, e abituare gli italiani, se lo Stato italiano sopravvivrà, a vivere come gli animali. Che l’uomo invidia – secondo il filosofo Friedrich Nietzsche – perché gli animali dimenticano subito e vagano in un presente senza storia.” E’ evidente che la frase è ironica e vuole trasmettere un messaggio diametralmente opposto.

Ci auguriamo che Minoli provveda al più presto a mandare in onda l’intervista scomparsa, per dare modo a Gentile di replicare. In un paese in cui ci sono ministri della Repubblica che non festeggiano il 2 giugno e governatori di regione che sostituiscono l’inno di Mameli con il “Va’ pensiero”, sarebbe quanto meno bizzarro che la Rai censurasse le opinioni di uno storico indipendente, solo perché sgradite al governo e alla maggioranza. Altrimenti bisognerebbe cambiare nome alla trasmissione: anziché “La Storia siamo noi”, “La Storia sono Loro”. Cioè quelli che comandano.

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