Si chiama Riflessi il mensile patinato di Trenitalia. Suggerisco loro per il prossimo numero un tema squisitamente ferroviario e ferroviariamente squisito. Oggi un biglietto per un Eurostar da Roma a Napoli costa 45 euro (quarantacinque) in prima classe e 32 (trentadue) in seconda. Ci mette un’ora e trequarti perché è di penultima generazione, quindi scade un po’ in confronto all’Alta Velocità del Freccia rossa. Nel frattempo tutto il resto della rete ferroviaria lascia eufemisticamente a desiderare (cfr.il pendolariato dolente e gli intercity sporchi e antidiluviani). Per 45 euro (la seconda classe era strapiena come un carro bestiame) non hai né un giornale né una bibita, se non a pagamento. Nella toilette mancava l’acqua. Periodicamente Trenitalia si scusa un po’ dappertutto per il servizio di pulizia indecente, causa scioperi, contrattazioni in corso ecc.
Ebbene: 45 euro è un’enormità di fronte alla “generazione 1000 euro” spesso senz’arte né parte, alla crisi che deve ancora mordere i più deboli,e anche i 32 minimi sono sproporzionati e hanno “riflessi” su tutto il resto, a partire dal fatto che quindi si utilizzano oltremisura le automobili. Specie per un viaggiatore al plurale, costano meno malgrado tutto. Con il traffico, gli incidenti e i morti su strade e autostrade che sappiamo, qualcuno sta ragionando sul fatto che la mobilità non è soltanto un prodotto ma anche un servizio? E la risposta sarebbe questa? Con i riflessi che vediamo nel resto, con le conseguenze che tutto ciò porta nella vita di un Paese? Non mi direte che le cose miglioreranno in questo senso con l’Alta Velocità, i treni fantascientifici rosso-ferrari di Montezemolo, Della Valle e c., nevvero? Magari questi imprenditori lungimiranti ci diranno che sono i migliori treni da 150 a questa parte: o no?