Il caso

Grosso guaio a Cannes: il burkini evoca l’integralismo, il sindaco lo vieta

Francia - Il costume da bagno islamico al bando per il “rispetto della laicità” e il rischio attentati

Di Andrea Carlo Magnaghi
13 Agosto 2016

“L’accesso alle spiagge e la balneazione sono vietati …a coloro che non hanno una tenuta appropriata, rispettosa della morale e della laïcité, a quanti non rispettano le regole d’igiene e della sicurezza dei bagnanti adatte allo spazio pubblico”. Così si legge nel provvedimento preso dal comune di Cannes con cui si vieta l’utilizzo del burkini, il costume da bagno portato dalle donne islamiche. L’abito, simile a quello indossato a Rio dall’atleta egiziana di beach volley Doaa Elghobashy, è un costume integrale che ricopre anche il capo, lasciando, però, il viso scoperto. Sono il rischio terrorismo, il rispetto della laicitè e l’igiene le tre giustificazioni associate all’ordinanza voluta dal sindaco dei Repubblicani David Limard. Prevalgono in particolare le prime due, come una lettura più approfondita dell’ordinanza suggerisce: “Una tenuta da spiaggia che ostenta una appartenenza religiosa, proprio quando la Francia e i luoghi di culto sono il bersaglio di attacchi terroristici, rischia di creare problemi d’ordine pubblico che è necessario prevenire”.

Segue la linea dettata da Limard anche Lionnel Luca, il sindaco di Villeneuve Loubet, piccolo comune appartenente al dipartimento delle Alpi Marittime, lo stesso di Cannes.

L’ordinanza arriva pochi giorni dopo che a Pennes-Mirabeau (Bouches-du-Rhône) era scoppiata una polemica simile. Per il 10 settembre era prevista una festa privata in un parco acquatico della città, noleggiato per l’occasione, in cui le partecipanti erano invitate ad indossare un burkini o un altro costume da bagno islamico. L’estrema destra (Fn) e la destra moderata (Lr) erano insorti gridando all’integralismo e al “comunitarismo islamico”, spingendo alla fine il sindaco Michel Amiel a chiedere l’intervento del prefetto.

Sono circa 33 i chilometri che separano la Promenade de la Croisette di Cannes dall’altra celebre passeggiata della Costa Azzurra, la Promenade des Anglais di Nizza. Inevitabile che la decisione di David Limard in parte risenta della paura che anche nella città del festival possa avvenire un attentato come quello di Nizza. Una ferita ancora aperta, quella della città che diede i natali a Garibaldi, tanto che nella prima giornata di Ligue 1, la serie A di calcio francese, la squadra locale indosserà una maglietta commemorativa con i nomi delle 85 vittime a disegnare un cuore.

Il rischio di un attentato in spiaggia non è certo da sottovalutare. Nell’attacco dello scorso anno alla località balneare di Sousse, furono in 38 ad essere uccisi tra i lettini da mare. Andavano già in questa direzione le misure adottate dal comune di Cannes il 27 luglio, ovvero il divieto di portare in spiaggia borse di grandi dimensioni e valigie. Il divieto del burkini va oltre e sembra aver più a che fare con la politica che con la sicurezza. La regione Provence-Alpes-Côte d’Azur (Paca), dove questi episodi si sono verificati, infatti, è una delle principali roccaforti della destra francese. Lì, lo scorso dicembre a sfidarsi al secondo turno delle elezioni regionali furono il Front National e la destra moderata.

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