Fabio Volo, va bene anche Manhattan: ma niente libri!

22 Dicembre 2016

Speaker, conduttore, attore, scrittore… Sempre con un successo esagerato. I primi quarant’anni di Fabio Volo sono stati monotoni, e lui si è comprensibilmente abbattuto; non c’era più niente da provare, o forse sì. Mettere assieme tutto e ricavarne un nocumentary, il documentario di finzione dove il protagonista recita se stesso e invita i suoi amici a fare altrettanto. Nasce così Untraditional, andata in onda su Canale Nove (e ripassabile al completo sulla piattaforma Dplay): Fabio Volo è Fabio Volo, vive a Milano ma sogna di realizzare una serie a New York affidandola a un regista a caso (Quentin Tarantino). Siamo fatti della stessa materia dei sogni, e in più li produciamo noi.

Il tema è quello classico del nostro Peter Pan nazionale; la dura vita del vip braccato dai fan, stalkizzato dalle ex, ma consolato dagli amici: Luca e Paolo, Massimo Boldi, Vasco Rossi, Maria De Filippi, Pif, Max (Pezzali), Nek… Volevamo una prova che i famosi sono una grande famiglia? Anche no, ma Untraditional ce la dà lo stesso. Poco tradizionale ma molto ombelicale, l’overdose di narcisismo si stempera solo con l’ironia, specie nei duetti con il vanziniano agente interpretato da Marco Mazzi. Per il resto, la comedy sta a quelle del primo Woody Allen come il Bosco Verticale sta allo skyline di Manhattan. Ma parliamo di una prima volta per gli standard produttivi di casa nostra; e se questa nuova sfida serve a tenere Fabio lontano dai romanzi, una certa utilità sociale è innegabile.

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