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Russiagate. Fbi perquisisce la casa di Manafort, capo della campagna di Trump

Gli investigatori cercavano documenti fiscali e dati bancari esteri. Era stato costretto a dimettersi quando emersero i pagamenti che aveva ricevuto come consulente del deposto governo filorusso in Ucraina
Russiagate. Fbi perquisisce la casa di Manafort, capo della campagna di Trump
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L’Fbi ha perquisito la casa di Paul Manafort, l’ex presidente della campagna elettorale di Donald Trump. Lo riporta il Washington Post. Il mandato prevedeva la raccolta di documenti e altri materiali nell’ambito delle indagini sul Russiagate. Gli agenti federali si sono presentati a casa di Manafort senza preavviso il 26 luglio, il giorno dopo l’incontro di Manafort con la commissione Intelligence del Senato. Gli investigatori che hanno perquisito l’abitazione cercavano documenti fiscali e dati bancari esteri,ha riferito il New York Times dopo che il portavoce di Manafort, Jason Maloni, ha confermato la perquisizione.

Il mandato di perquisizione – riporta il quotidiano newyorkese – “potrebbe essere un messaggio all’ex manager della campagna di Trump perché non si aspetti nessun trattamento di favore da parte della squadra” di Robert Mueller, il procuratore speciale per le indagini sul Russiagate, che sta aumentando la pressione su Manafort, raccogliendo sotto la sua autorità tutta una serie di indagini su vari aspetti della vita professionale e privata di Manafort.

Una perquisizione arrivata a sorpresa, hanno rivelato fonti informate, perché avvenuta dopo che Manafort avrebbe segnalato la volontà di cooperare con l’inchiesta presentandosi a testimoniare al Senato. “Se l’Fbi voleva i documenti, bastava chiederli e lui l’avrebbe consegnati”, ha detto una delle fonti, vicine alla Casa Bianca. Ma Mueller e i suoi investigatori hanno convinto il giudice federale che ha autorizzato il blitz che, per qualche ragione, non ci si poteva fidare di Manafort per quanto riguarda la consegna dei documenti.

A capo della campagna di Trump tra il giugno e l’agosto del 2016, Manafort era stato costretto a dimettersi dopo pochi mesi quando emersero i pagamenti che aveva ricevuto come consulente del deposto governo filorusso in Ucraina. Nelle settimane precedenti alla sua deposizione, il suo nome era venuto fuori come uno dei partecipanti alla controversa riunione con un’avvocata russa che aveva promesso a Donald Trump jr. materiale compromettente su Hillary Clinton.

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