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Charlie, l’Alta Corte di Londra: “Se non c’è accordo tra famiglia e ospedale morirà in hospice. Segreto il giorno”

Il giudice Nicholas Francis aveva già anticipato che oggi avrebbe emesso il verdetto, visto che ieri le parti non riuscivano a trovare un'intesa. L'ultimatum è per il 27 luglio alle 12
Charlie, l’Alta Corte di Londra: “Se non c’è accordo tra famiglia e ospedale morirà in hospice. Segreto il giorno”
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Charlie Gard morirà in un hospice, a meno che non possa essere trovata un’intesa diversa entro le 12 del 27 luglio. E’ questa la decisione dell’Alta Corte di Londra davanti alla quale si sono presentati i genitori del piccolo di 11 mesi affetto da una gravissima malattia degenerativa e i legali del Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato da mesi. Il giudice Nicholas Francis aveva già anticipato che oggi avrebbe emesso il verdetto, visto che ieri le parti non riuscivano a trovare un accordo. Chris Gard e Connie Yates avevano infatti chiesto che il bambino potesse morire a casa. Un’opzione che, però, non è stata ritenuta percorribile perché non ritenuta nel migliore interesse del piccolo, anche per le eventuali complicazioni che sarebbero potute insorgere col suo trasferimento. Il giudice ha detto che fino alla morte del bimbo verrà tenuto segreto il luogo e il giorno del decesso. Chi lo renderà pubblico, ha aggiunto, viola la legge e ha specificato che non ci saranno ulteriori audizioni.

Nel corso dell’udienza, Grant Armstrong, il legale che rappresenta i Gard – che hanno ritirato la proposta di sottoporre il figlio a una terapia sperimentale – ha dichiarato che la famiglia ha trovato un team disposto ad assistere e aiutare il piccolo affetto da una grave malattia rara a trascorrere “una settimana” in un hospice prima che i supporti vitali vengano rimossi. L’avvocato ha annunciato che un medico, ex chirurgo esperto di terapia intensiva, che gestisce un team (fra i componenti anche un pediatra), si sarebbe offerto di fornire l’assistenza necessaria in un hospice ed è stato sentito in tribunale. Il legale ha inoltre parlato della possibilità di mettere in campo personale infermieristico pagato privatamente e ha citato un fornitore disponibile a inviare il macchinario necessario al piccolo per la ventilazione nel giro di 24 ore, e “infermieri del Gosh” che “si sono proposti come volontari per assistere Charlie“. Da quanto riportano i media britannici, sembra emergere che Gard e Yates potrebbero aver accantonato la battaglia per portare a casa il loro piccolo ma sono impegnati a ottenere che venga mantenuto in vita per una durata apprezzabile.

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