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Consip, Renzi manda messaggi cifrati: “Emergono particolari curiosi, ma nessuno ne parla”

Nella sua enews il segretario Pd denuncia una sorta di silenzio giornalistico sull'inchiesta che ha coinvolto, tra gli altri, suo padre Tiziano e il ministro dello Sport Luca Lotti. L'obiettivo: spostare l'attenzione dall'inchiesta alle notizie - false - sul nostro giornale e sul cronista del Fatto Marco Lillo
Consip, Renzi manda messaggi cifrati: “Emergono particolari curiosi, ma nessuno ne parla”
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“Cose interessanti” e “particolari curiosi” sul caso Consip, di cui “nessuno o quasi parla più”. Nella sua enews Matteo Renzi denuncia una sorta di silenzio giornalistico sull’inchiesta che ha coinvolto, tra gli altri, suo padre Tiziano e il ministro dello Sport Luca Lotti. Il segretario del Pd, tuttavia, evita di specificare quali siano questi “particolari curiosi”, che però non è difficile intuire. Un’ipotesi di lettura verosimile è quella fornita dall’edizione domenicale de La Stampa, che ha pubblicato un retroscena con tanto di ricostruzioni provenienti dagli ambienti renziani. Il messaggio è chiaro (e virgolettato): tutto lo scandalo non sarebbe altro che “un’enorme fake news pilotata dagli amici dei Cinque Stelle, una delle tante falsità messe in giro e propalate a fini politici”.

Da chi? Secondo la ricostruzione del quotidiano torinese ci sono pochi dubbi: per Renzi e i suoi è tutta colpa del Fatto Quotidiano e, nella fattispecie, da Marco Lillo. Sarebbe stato Lillo ad avvisare Tiziano Renzi delle intercettazioni che lo riguardavano. Lo stesso Tiziano Renzi lo dice in due intercettazioni e in un interrogatorio. La realtà dei fatti è ben diversa, come raccontato da Marco Lillo sul Fatto Quotidiano di sabato scorso, in cui è dimostrata l’insussistenza della tesi di papà Renzi. E dall’atteggiamento della procura di Roma che – come rivelato da Repubblica – bolla come false le sue rivelazioni.

La teoria del complotto torna però con i messaggi subliminali dell’ex premier. “Mi stupisce, molto, che nessuno o quasi parli più dell’inchiesta su Consip – scrive nella enews – Ricordate? Quella che molti media hanno tenuto come apertura dei giornali e dei tg per settimane intere. Quella che ha toccato anche mio padre, e non solo lui”. Il segretario dem ha ribadito “quello che dicevo allora: noi non ci stancheremo di chiedere la verità. E di sapere chi, come e perché – ha aggiunto – si è mosso in una inchiesta molto delicata. Sono certo che la verità interessi a tutti, non solo a noi. E la verità la scrivono i giudici, cui va la nostra fiducia, e nessun altro”.

Poi la suggestione: “In queste ore stanno accadendo delle cose molto interessanti ed emergono particolari curiosi, ma non ne parlano in tanti – ha detto – Bene, vorrei assicurarvi che noi continuiamo a seguirla e, come mi sono impegnato a fare con voi, seguiremo in modo costante gli sviluppi di questa strana storia“.

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