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Terapia del dolore, dagli oppiacei all’agopuntura: i trattamenti per alleviare la sofferenza dei pazienti

Terapia del dolore, dagli oppiacei all’agopuntura: i trattamenti per alleviare la sofferenza dei pazienti
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Diciannove arresti in tutta Italia per corruzione sui farmaci per la terapia del dolore, con “sperimentazioni cliniche su pazienti ignari”. Ma che cos’è questa particolare terapia? Come sottolinea la International association for the study of pain (Iasp), “il dolore è un’esperienza individuale e soggettiva”. In quanto tale, quindi, secondo gli esperti per contrastarlo “non esiste una metodologia valida in assoluto, ed efficace per tutti”.

Con l’espressione terapia del dolore si fa in genere riferimento a quei “trattamenti finalizzati a lenire o bloccare la progressione dello stimolo doloroso” in malati colpiti da patologie particolarmente invalidanti, come ad esempio i pazienti oncologici. Può essere basata su terapie di natura farmacologica – come quelle oggetto dell’inchiesta che ha portato agli arresti da parte dei Nas di Parma -, o di natura differente rispetto ai farmaci tradizionali. In quest’ultimo caso, secondo quanto indicato dal ministero della Salute, “la terapia comprende molti tipi d’intervento, diversi tra loro, ad esempio metodi psicologici e fisici, come l’agopuntura o la fisioterapia. Si tratta d’interventi che attivano i meccanismi nervosi centrali e/o periferici che inibiscono la progressione dello stimolo doloroso. Oppure – aggiungono gli esperti -, di trattamenti che agiscono su altri sistemi sensitivi, che bloccano la trasmissione di questi stimoli dolorosi”.

All’inizio dell’anno, con l’entrata in vigore dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), sono state “ampliate gratuitamente le garanzie per la terapia del dolore”. La maggior parte degli interventi è di natura farmacologica. Secondo il ministero della Salute, “attualmente i farmaci indicati nella gestione del dolore appartengono alle seguenti categorie: analgesici non narcotici, analgesici narcotici, adiuvanti e anestetici locali”.

Tra i più adoperati vi sono i medicinali analgesici oppiacei (elencati in un’apposita tabella del ministero della Salute). “Diversi studi di farmacocinetica – si legge sul sito del ministero – hanno puntualizzato indicazioni e limiti di questi farmaci: l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha, ad esempio, stabilito una scala graduata d’interventi in base alle caratteristiche e all’entità del dolore”. L’efficacia della terapia del dolore è, infatti, strettamente legata all’individuo, alle sue condizioni generali di salute, alla sua età, e alla sua capacità di tollerare un determinato tipo di farmaco.

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