La lunga marcia dell’opposizione a papa Francesco segna un’altra tappa. Per sabato 22 aprile è in agenda a Roma (in un salone dell’Hotel Columbus a pochi passi dal Vaticano) un’adunata dei difensori del matrimonio indissolubile. Meglio, un raduno di coloro che attaccano la linea di Francesco espressa nel documento Amoris Laetitia: il documento postsinodale che apre la strada – a certe condizioni – alla comunione dei divorziati risposati.

Se qualcuno nell’entourage papale si illude ancora che fare finta di niente possa smorzare la guerra sotterranea, condotta dall’opposizione anti-Bergoglio contro la linea riformatrice dell’attuale pontificato, è meglio che abbandoni l’idea. Gli Anti-Bergoglio, come a suo tempo il Tea Party Movement contro Obama, non deporranno le armi finché sul trono papale non siederà un nuovo pontefice. L’obiettivo è di delegittimare sistematicamente Francesco.

“Fare chiarezza” è il titolo del convegno. E’ lo stesso slogan, che quattro Cardinali (Brandmueller, Burke, Caffarra e Meisner) hanno brandito in una lettera inviata settembre scorso al Papa e resa pubblica nel novembre successivo, con la quale lo invitavano a chiarire una serie di “dubbi” teologici. “Abbiamo constatato un grave smarrimento di molti fedeli e una grande confusione, in merito a questioni assai importanti per la vita della Chiesa, anche tra vescovi, legati al capitolo ottavo di Amoris Laetitia”, scrissero i quattro porporati dissidenti. Per questo, aggiunsero, “è stato necessario rivolgersi al Papa. Egli non ha risposto … ”. E su questa base , invocando la proclamata contrapposizione tra le aperture di Francesco e la tradizione dottrinale per cui mai e poi mai si può dare la comunione a chi divorzia e si risposa una seconda volta (perché, dicono, sarebbe come sanzionare l’adulterio), l’opposizione continuerà a martellare. E’ una guerra di religione in cui non si prevedono compromessi.

D’altronde non c’è dubbio che tra la posizione di Giovanni Paolo II, totalmente intransigente su questo punto, e l’atteggiamento pastorale di Francesco la differenza sia netta. Papa Ratzinger, che pure avrebbe voluto da teologo affrontare l’argomento conoscendone la necessità, non riuscì a decidersi pur avendo nel cassetto varie bozze per risolvere la questione della validità dei matrimoni. Troppo forte era il richiamo a non toccare il tema dell’indissolubilità del matrimonio cattolico.

Tra il passato di condanna irremovibile e il presente di comprensione pastorale la contraddizione c’è. E’ inutile negarlo.

Già subito dopo l’emanazione dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia il conflitto era scoppiato. 45 sacerdoti e docenti di teologia (prudentemente anonimi) avevano pubblicato nel luglio 2016 una lettera indirizzata al decano del Collegio cardinalizio, cardinale Sodano, per sollecitare un intervento del Sacro Collegio affinché papa Francesco “correggesse gli errori” del suo documento. Era seguita l’escalation della Lettera dei 4 Cardinali. Il porporato americano Burke, ex presidente del Tribunale della Segnatura Apostolica (la Corte di Cassazione vaticana), aveva prospettato in una intervista persino la possibilità per la Chiesa di “correggere il Romano Pontefice”.

Il convegno “Fare chiarezza” del 22 aprile, serve per mantenere Francesco sotto pressione. L’ufficio stampa del convegno nega recisamente che la riunione voglia essere un gesto di “rivolta o un atto di slealtà” contro Francesco. Si tratta invece, per gli organizzatori, di manifestare “fedeltà a una dottrina sociale bimillenaria, che taluni vorrebbero stravolgere con l’intenzione di ‘modernizzare’ l’approccio della Chiesa al mondo”. Parole chiarissime. “Sarebbe questa – aggiungono – una resa che condannerebbe il cattolicesimo all’irrilevanza. Noi non ci stiamo”. Con il che la strategia dei ribelli anti-Bergoglio appare evidente. Sacra Tradizione contro perniciosa Modernizzazione.

Organizzatori dell’iniziativa sono due media dell’area tradizionalista: il giornale online La nuova bussola quotidiana e il mensile apologetico Il Timone. Gli stessi, che nell’immediata vigilia del Sinodo sulla Famiglia dell’ottobre 2015 convocarono a Roma un simposio internazionale “in difesa del perenne Magistero della Chiesa” con la partecipazione attiva dei cardinali Burke e Caffarra.

Questa volta si punta su una presenza di esponenti laici di varie nazioni. Tra gli italiani l’ex presidente del Senato Marcello Pera, secondo cui nella Chiesa cattolica odierna “si avvertono scricchiolii notevoli, derivati dal volersi conciliare con la marea laicista montante. Un atto di accusa nemmeno tanto velato.

Dinanzi al montare della marea di opposizione, Francesco continua a rimanere impassibile. Durane la sua visita a Carpi il 2 aprile, ha abbracciato ostentatamente il cardinale Caffarra, uno degli autori della Lettera con i “dubbi” indirizzati al Papa. Tempo prima, in un’intervista molto articolata al Foglio, il cardinale già arcivescovo di Bologna aveva scandito: “Solo un cieco può negare … che nella Chiesa esiste una grande confusione, incertezza, insicurezza causate da alcuni paragrafi di Amoris Laetitia.

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