“Non ho visto la puntata, lo sto scoprendo dai siti. Quello che vedo è una rappresentazione surreale dell’Italia del 2017: se poi questo tipo di rappresentazione viene fatta sul servizio pubblico è un errore folle, inaccettabile. Personalmente mi sento coinvolta in quanto donna, mi scuso”. La presidente Rai Monica Maggioni interviene sul caso sorto intorno a “Parliamone sabato”, la trasmissione di Paola Perego travolta dalle polemiche dopo la puntata di due giorni fa, dove la rubrica della Vita in diretta ha proposto una grafica in sei punti che, secondo gli autori, spiegherebbero perché gli uomini italiani dovrebbero preferire le donne dell’est. La questione ha infiammato la rete, che oscilla tra incredulità e insulti.

Le scuse della Maggioni, che precisa come nelle prossime ore “decideremo le mosse da fare”, arrivano dopo quelle del direttore di RaiUno Andrea Fabiano. “Gli errori vanno riconosciuti sempre, senza se e senza ma. Chiedo scusa a tutti per quanto visto e sentito a #Parliamonesabato“, ha scritto su Twitter. Ma in rete prosegue la polemica e sui social i commenti oscillano tra incredulità e insulti. “Ogni giorno – sottolinea Maggioni – ci interroghiamo su quale immagine di donna veicoliamo, su come progredire, uscire dagli stereotipi. Poi accade un episodio come questo: il problema non è una battuta inconsapevole, ma la costruzione di una pagina su un tema del genere: è un’idea di donna che non può coesistere con il servizio pubblico”. La presidente Rai si scusa e aggiunge: “Come azienda cercheremo di capire come è nata una pagina di questo tipo”.

Ma sul caso intervengono anche il presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico, e il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico Usigrai, e sono tante le reazioni politiche, dalla Lega a Forza Italia fino al Pd. Per l’esponente M5s “quanto è avvenuto ed è stato raccontato nella trasmissione è esattamente la negazione di servizio pubblico – scrive in un post su Facebook – I responsabili di ciò che è successo devono dimettersi. Il direttore di Rai Uno e la presidente Maggioni si sono scusati per l’accaduto, ma non basta. Sono necessari provvedimenti seri. A breve convocherò un ufficio di presidenza dove valuteremo le audizioni da svolgere in Commissione sull’accaduto”. Per Fico “sabato i cittadini si sono trovati di fronte a una carrellata inqualificabile, inimmaginabile, di luoghi comuni oscillanti tra il sessismo e il razzismo. Uno spettacolo indecoroso per la rete ammiraglia Rai”, “mortificante per le donne e per la nostra società”.

Duro l’attacco di Francesco Verducci, vice presidente della Commissione Vigilanza Rai, che parla di “pesantissimo concentrato di luoghi comuni e stereotipi sessisti da società feudale che mortificano interi secoli di conquiste civili e di emancipazione femminile”. Per l’esponente dem “la nostra società è molto più avanti di stereotipi insopportabili e riconosce alle donne (e agli uomini) la piena e consapevole libertà di poter scegliere i propri comportamenti, di non dover essere per forza sexy, di poter volendolo indossare pigiami, di arrabbiarsi o meno per i tradimenti del partner, di saper cucinare oppure anche no (per stare alle ‘tesi’ contenute nel famigerato cartello apparso in trasmissione) e via così. Per questo – aggiunge – il cartello messo in bella mostra in trasmissione, che pretende di catalogare i giusti comportamenti femminili, è un insulto insopportabile alla nostra libertà, che è tale solo quando vince la gabbia e il bullismo degli stereotipi”.

Verducci chiede poi le dimissioni dei “responsabili di questo scempio alla nostra cultura e alla nostra convivenza”, ricordando che “la Rai ha il compito di promuovere democrazia e diritti, quanto avvenuto sabato è molto più di un semplice incidente. Gran parte della programmazione d’intrattenimento, in specie mattutina e pomeridiana, va ripensata. E i responsabili di quanto accaduto sabato devono dimettersi”. L’Usigrai parla invece di “siparietto disgustoso di cui come dipendenti, come donne e uomini della Rai ci vergogniamo. Una lista di luoghi comuni, violenti, beceri e umilianti”. E il sindacato, ricordando che “non può bastare” che “la presidente Rai e il direttore di Rai1 si siano scusati”, si domanda “come possa accadere che il servizio pubblico mandi in onda senza alcun controllo un tale coacervo di sessismo e razzismo in barba a qualsiasi policy aziendale e tradendo oltretutto i principi della Convenzione “.

Sul fronte politico Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera dei deputati chiede la chiusura del programma e il licenziamento dei “responsabili dell’ignobile servizio sulle donne dell’est”, mentre la capogruppo di Sinistra italiana al Senato, Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto, sottolinea come le scuse dei vertici Rai non bastino. La senatrice del Partito Democratico Laura Puppato spera poi che il servizio “non rimanga senza conseguenze” e Barbara Saltamartini, vicepresidente dei deputati della Lega scrive su Facebook: “E io dovrei pagare il canone Rai per questa spazzatura? A casa subito autori e conduttrice“.

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