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Massimo Ponzoni, in appello dimezzata la pena per l’ex assessore lombardo

Arrestato nel 2012 l'ex esponente del Pdl era imputato per un totale di venti capi di imputazione, dalla bancarotta al peculato fino alla corruzione, ma è stato assolto in secondo grado dalla secondo sezione della Corte d’Appello di Milano da sedici dei venti capi di imputazione contestati. In primo grado era stato condannato a 10 anni e mezzo
Massimo Ponzoni, in appello dimezzata la pena per l’ex assessore lombardo
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Il 18 aprile del 2014 era stato condannato a 10 anni e mezzo. Ma oggi la Corte d’Appello di Milano ha dimezzato la pena a 5 anni e 10 mesi per Massimo Ponzoni, ex assessore regionale lombardo alla Protezione civile e all’Ambiente, arrestato nel 2012 e che era imputato per un totale di venti capi di imputazione, dalla bancarotta al peculato fino alla corruzione.

Ponzoni, difeso dai legali Luca Ricci e Sergio Spagnolo, è stato, però, assolto in secondo grado dalla secondo sezione della Corte d’Appello (Piffer-Lo Curto-Galli) da sedici dei 20 capi di imputazione contestati. In particolare, l’ex assessore è stato condannato in relazione al crac di due società, Immobiliare Mais e Pellicano, per un episodio di presunta corruzione legato al piano attuativo di un centro commerciale del Comune di Desio (Monza e Brianza) e per le informazioni riservate che avrebbe ottenuto da un ex carabiniere. L’ex politico del Pdl, invece, è stato assolto “perché il fatto non sussiste” da una serie di ipotesi di corruzione riguardanti il PGT (piano di governo del territorio) di Desio. L’appello della Procura sulla presunta corruzione relativa al Comune di Giussano è stato, poi, respinto e sono cadute anche le accuse di concussione, induzione indebita e peculato, oltre ad altre ipotesi di bancarotta.

I legali di Ponzoni hanno espresso “soddisfazione” per “l’accoglimento di larga parte dell’impugnazione da loro proposta: sedici dei venti capi d’impugnazione” e hanno definito “stravolta” la sentenza del Tribunale di Monza del 2014. Oltre ad esprimere “il proprio compiacimento per avere la Corte d’Appello ritenuto i PGT di Desio e di Giussano legittimi, con conseguente annullamento delle condanne perché i fatti corruttivi contestati non sussistono e rigetto dell’appello del Pm per Giussano. Sui capi della sentenza per i quali vi è stata conferma, anch’essi controversi ed oggetto di specifiche censure – hanno concluso i difensori – ci riserviamo di sottoporre le relative questioni al vaglio della Suprema Corte di Cassazione”. In secondo grado, tra l’altro, è stato assolto il geometra Rosario Perri, mentre sono stati condannati per il presunto episodio corruttivo del piano di attuazione di Desio l’ex assessore all’Urbanistica del Comune, Antonio Brambilla (3 anni) e il presunto intermediario Filippo Duzioni (2 anni e 6 mesi). È stata dichiarata, invece, la nullità del decreto che ha disposto il giudizio per la bancarotta in concorso contestata al commercialista Franco Riva, con gli atti trasmessi ai pm di Monza.

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