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Terremoto Centro Italia, Possibile: “Rimuovere De Bernardinis, sua presenza nella Protezione civile è una vergogna”

La sezione aquilana del movimento che fa capo a Pippo Civati chiede la destituzione dal cda di Ispra dell'ex vice di Bertolaso, unico condannato in via definitiva nel processo Grandi Rischi
Terremoto Centro Italia, Possibile: “Rimuovere De Bernardinis, sua presenza nella Protezione civile è una vergogna”
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“La presenza di De Bernardinis? Una vergogna”. La sezione aquilana di Possibile, il movimento che fa capo a Pippo Civati, è dura sul ruolo di Bernardo De Bernardinis, tra i consulenti apicali della Protezione Civile: “Sapere della sua inquietante presenza nel Comitato nazionale operativo è un’indecente vergogna che il governo deve cancellare immediatamente”, si legge in una nota. “Ex vice capo del Dipartimento e numero due di Guido Bertolaso, De Bernardinis è stato condannato a due anni per omicidio colposo e lesioni a causa del disastro de L’Aquila, condanna resa definitiva nello scorso novembre dalla Corte di Cassazione”.

La posizione di De Bernardinis di attuale presidente del cda dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, è “inaccettabile”, dice a ilfattoquotidiano.it Paolo Della Ventura (tra gli estensori della nota, ndr). “Si tratta di scelte da fare immediatamente per decenza e per rispetto ai tanti morti, ai feriti, e a tutta la popolazione colpita dal terremoto dello scorso 24 agosto e a quella colpita dal terremoto del 2009 a L’Aquila e relativo cratere sismico. Quella presenza in quel particolare organismo è l’ennesima ferita”.

Nel 2014 il governo Letta confermò la carica che già Berlusconi aveva dato a De Bernardinis nel 2010 a capo dell’Ispra e quando – il tre marzo 2014 – la Corte dei Conti sollevò una questione di possibile incompatibilità tra incarico e condanna, anche l’esecutivo Renzi sposò le motivazioni dei predecessori: l’omicidio colposo plurimo – De Bernardis fu di fatto condannato perché con le sue rassicurazioni indusse i cittadini a restare a casa – non è reato contro la pubblica amministrazione, quindi niente interdizione dai pubblici uffici.

Raggiunto da ilfattoquotidiano.it, Pippo Civati aggiunge che “proprio perché il clima vuol essere di ampia condivisione bisognerebbe evitare certe ragioni di imbarazzo. Noi abbiamo voluto evitare polemiche salvo queste eccezioni clamorose. Se il governo vuol fare scelte radicalmente diverse da quelle fatte a L’Aquila è necessario che scelga persone e strumenti radicalmente diversi.”

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