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Nicola Cosentino, arrestato maresciallo dei carabinieri: “Gli ha consegnato atti di indagine riservati”

L'accusa che grava su Giuseppe Iannini è rivelazione di segreto di ufficio: secondo la Dda di Napoli, i documenti riguardavano presunti rapporti con la camorra da parte dell’ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro. Perquisita la casa dell'ex sottosegretario, indagato per ricettazione aggravata dal metodo mafioso, e di Valter Lavitola, ex direttore dell'Avanti
Nicola Cosentino, arrestato maresciallo dei carabinieri: “Gli ha consegnato atti di indagine riservati”
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E’ accusato di avere passato atti di indagine riservati all’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino. In maresciallo dei carabinieri Giuseppe Iannini è stato posto agli arresti domiciliari per rivelazione di segreto di ufficio. Intanto, è in corso una perquisizione dei carabinieri a casa dell’ex sottosegretario all’Economia, che attualmente si trova agli arresti domiciliari. A Cosentino è stato notificato un avviso di garanzia per ricettazione aggravata dal metodo mafioso.

A quanto si è appreso l’indagine, coordinata dalla Dda di Napoli, si riferisce, in particolare, alla consegna di atti riguardanti presunti rapporti con la camorra da parte dell’ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro. Nell’ambito dell’inchiesta, i pm hanno disposto anche perquisizioni nelle abitazioni dell’ex direttore dell’Avanti, Valter Lavitola, e dell’ex sottufficiale dei carabinieri Enrico La Monica, già coinvolti nell’indagine sulla cosiddetta P4. L’inchiesta condotta dai pm Fabrizio Vanorio e Alessandro D’Alessio, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, hanno preso avvio in seguito a una perquisizione avvenuta nell’aprile del 2014 nell’abitazione di Nicola Cosentino, a Caserta, durante la quale venne sequestrata una pen drive con atti d’indagine riservati tra cui verbali di un collaboratore di giustizia che fanno ipotizzare un’attività di “dossieraggio“.

Nel giugno scorso, Cosentino ha ricevuto la prima condanna nell’ambito dei vari processi in cui è imputato: quattro anni di carcere per corruzione. Era accusato di aver pagato un agente della penitenziaria in servizio al carcere napoletano di Secondigliano, per ricevere beni e visite non consentite.

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