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Severino Antinori arrestato, l’avvocato: “Rapina degli ovuli? No, la donna ha firmato consenso per la donazione”

Secondo quanto dichiarato dal legale del medico la paziente, tre giorni dopo l'intervento, pretendeva "il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato da infermiera e il risarcimento per il danno subito". Il ginecologo portato in ospedale per un malore
Severino Antinori arrestato, l’avvocato: “Rapina degli ovuli? No, la donna ha firmato consenso per la donazione”
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L’accusa è di rapina aggravata e lesioni personali aggravate per avere “sottratto” gli ovuli a una paziente straniera di 24 anni. Ma oggi a parlare è l’avvocato del ginecologo Severino Antinori, arrestato all’aeroporto di Fiumicino dai carabinieri del Nas di Milano e interdetto dall’esercizio della professione per un anno. Il medico peraltro, a casa agli arresti domiciliari, è stato portato nel pomeriggio in ospedale a Roma a causa di un malore.

Secondo il legale del medico Tommaso Pietrocarlo – che lo difende insieme a Vinicio Nardo – la donna avrebbe firmato “un modulo di adesione al programma di ovulodonazione  e anche un consenso informato”. Secondo la difesa di Antinori, la giovane spagnola dalla cui denuncia è partita l’indagine che ha portato anche al sequestro della struttura del medico, la clinica Matris di Milano, avrebbe pure ricevuto il supporto “di uno psicologo che ne attestò la consapevolezza della scelta e la mancanza di problematiche”.

All’indomani delle accuse al ginecologo, cioè quelle per rapina aggravata e lesioni personali aggravate per le quali è adesso ai domiciliari, il suo avvocato fa sapere che “tre giorni dopo l’intervento incriminato, la donna che ha dato il via alle indagini su Antinori inviò una lettera per il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato da infermiera e il risarcimento per il danno subito, riservandosi contrariamente iniziative legali. È un’anomalia”. “Dagli atti – spiega il legale – emerge inoltre che la donna avrebbe riconosciuto la sottoscrizione di due moduli molto dettagliati dell’11 e del 14 marzo e non quello del 5 aprile”, giorno dell’intervento per la rimozione di una cisti ovarica in cui alla donna sono stati prelevati forzosamente gli ovuli.

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