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Mutilazioni genitali femminili, nel mondo rischiano 3 milioni di donne. Onu: “Casi in aumento”

Il 6 febbraio è la Giornata mondiale contro le Mgf. Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon al Guardian: "E' arrivato il momento per gli uomini di tutto il mondo di prendere parte alla lotta"
Mutilazioni genitali femminili, nel mondo rischiano 3 milioni di donne. Onu: “Casi in aumento”
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Tre milioni di donne nel mondo rischiano di subire nei prossimi 10 anni una mutilazione parziale o totale dei genitali femminili. E, secondo le Nazioni unite, i casi sono in aumento: “Se le tendenze attuali continuano”, ha detto il segretario Ban ki-moon, “entro il 2030 ci saranno più ragazze mutilate rispetto ad oggi. Mai prima d’ora è stato più urgente mobilitarsi”. L’allarme arriva nel giorno della giornata mondiale per il contrasto alle Mutilazioni genitali femminili. Nel mondo sono 120 milioni le donne e le bambine che hanno subito questa pratica. In seguito alle migrazioni, il problema interessa anche l’Europa dove, secondo il Parlamento europeo, sono circa 500mila le donne che le hanno subite e 20mila le bambine a rischio. Il fenomeno riguarda anche l’Italia: “Secondo i dati più recenti”, ha commentato la deputata Pd e responsabile del partito per l’infanzia e l’adolescenza Vanna Iori, “da noi sono circa 7mila le bambine che potrebbero subire le mutilazioni”.

Sul tema oggi è intervenuto anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Parlando al ‘The Guardian‘, che ha avviato una campagna contro la pratica quasi due anni fa, ha detto: “E’ arrivato il momento per gli uomini di tutto il mondo di prendere parte alla lotta per porre fine alla Mgf con vera dedizione”. Le Mutilazioni Genitali Femminili sono state messe al bando dalle Nazioni Unite quali violazione dei diritti umani e abuso irreversibile dell’integrità fisica di donne e bambine. Eppure continuano a essere praticate in oltre 28 paesi africani e in alcuni paesi asiatici. In occasione della Giornata internazionale della ‘Tolleranza zero’, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2003, Ban ha quindi lanciato un messaggio, avvertendo che è necessaria più azione.

Yahya Jammeh, presidente del Gambia, dove oltre il 70% delle ragazze sono mutilate, ha preso la controversa decisione di mettere al bando la pratica nel mese di novembre. La Nigeria ha emesso un divieto nel maggio del 2015, ma nel Paese, che ha una popolazione di 178 milioni, ci sono più ragazze mutilate rispetto a qualsiasi altro paese del mondo. Anche se principalmente concentrata in 29 paesi dell’Africa e del Medio Oriente, l’Mgf è tuttavia un problema globale. In Gran Bretagna, si stima che 137.000 donne e ragazze hanno subito mutilazioni genitali o sono a rischio.

Recentemente anche Papa Francesco e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, hanno chiesto di mettere fine alle mutilazioni genitali femminili. Durante una visita in Etiopia nel mese di agosto, il leader della Casa Bianca ha detto che “non ci sono scuse per la violenza sessuale o la violenza domestica, non c’è ragione per cui giovani ragazze debbano subire mutilazioni genitali, non c’è posto in una società civile per il matrimonio forzato o precoce di bambine. Queste tradizioni possono tornare indietro nei secoli, non hanno nessun posto nel 21° secolo”. Allo stesso modo, Papa Francesco ha espresso il suo sostegno per porre fine alle mutilazioni genitali durante il suo viaggio in Africa nel mese di novembre.

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