Prezzo, anno di produzione e scadenza: i tre elementi da tenere d’occhio per acquistare un olio extravergine d’oliva di qualità. A dirlo è la Coldiretti che, dopo lo scandalo che ha colpito 7 aziende torinesi, accusate di frode, avverte: “Se si vuole acquistare un buon extravergine italiano, bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione”. Il valore dell’olio, sottolinea, aumenta a seconda della provenienza territoriale e, ovviamente, della qualità.

Attenzione anche alle date: anno di produzione e di scadenza sono indicati nella maggior parte delle etichette. Lo scorso anno, ad esempio, è stato definito “uno dei più neri della storia dell’olivicoltura italiana, con una produzione che ha toccato il minimo storico delle 300 mila tonnellate, mentre le importazioni hanno superato le 666 mila tonnellate, con un picco di 784 mila per quello turco. L’olio d’importazione infatti, è spesso usato per diluire quello nostrano, a scapito del valore. Meglio optare quindi per l’olio prodotto nel 2015, caratterizzato da olive di qualità “ottima grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia”.

Intanto sono partite le prime richieste di risarcimento dei consumatori da parte del Codacons. Il presidente dell’associazione dei consumatori, Carlo Rienzi,  ha invitato le migliaia di famiglie che “hanno consumato olio extravergine d’oliva di una delle marche colpite dall’inchiesta, a far valere i propri diritti e chiedere un indennizzo fino a 5mila euro“. “Se gli illeciti saranno confermati – ha dichiarato –  il danno per i consumatori sarebbe enorme: a quello morale derivante dall’inganno subito e dalla lesione della buona fede, si aggiungerebbe un evidente danno economico, derivante dall’aver pagato di più per un prodotto con caratteristiche inferiori a quelle promesse”.

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