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Ponte sullo Stretto, il sindaco di Messina: “Devastante, mi fa inorridire”. Grillo: “Da Renzi presa per il culo”

Accorinti: "Autostrade, acquedotti, ferrovie sono responsabilità dei governi, non di Comuni e Regioni". E intanto la città arriva al 14esimo giorno di emergenza acqua. Il leader M5s: "La rete idrica deve tornare pubblica, non ha bisogno di annunci di uno che sembra l'ingegner Cane"
Ponte sullo Stretto, il sindaco di Messina: “Devastante, mi fa inorridire”. Grillo: “Da Renzi presa per il culo”
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Inutile, devastante e costosa, un’opera che lo fa inorridire. A definire il ponte sullo Stretto di Messina è il sindaco della città siciliana, Renato Accorinti su un tema tornato improvvisamente d’attualità per merito del presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha spiegato che dopo la serie di opere urgente delle quali ha bisogno il sud (autostrade e ferrovie soprattutto) il ponte si farà “e sarà un simbolo bellissimo”. “Lo stretto di Messina è un patrimonio dell’umanità – risponde il sindaco – Abbiamo tutte le potenzialità di un territorio bello e meraviglioso, ma quando i turisti vengono qui spostarsi è un disastro. E non è certo colpa nostra. Le opere come le autostrade, gli acquedotti, le ferrovie sono responsabilità dei governi, non dei Comuni o delle Regioni. A noi non ci hanno dato le cose essenziali per vivere”. Tanto più che l’emergenza acqua a Messina arriva al quattordicesimo giorno. Nonostante sia stata realizzata la riparazione del bypass tra l’acquedotto dell’Alcantara e quello di Fiumefreddo, infatti, l’acqua nei rubinetti delle case arriverà solo domani mattina. Solo nei rioni forniti dall’acquedotto della Santissima le case hanno l’acqua, ma la portata è solo di 20 litri al secondo. Sia le autobotti in città che la nave della marina stanno distribuendo acqua.

E a Renzi, intanto, risponde anche Beppe Grillo: “La Sicilia si avvia a rimanere assetata”, dice, e invece il leader del Pd rilancia il ponte sullo Stretto, che è “una presa per il culo“. “L’acqua in Sicilia – scrive Grillo – è gestita, se così si può dire, da un ente privato (Siciliacque, 59,6% di proprietà della francese Veolia) a cui Cuffaro diede la gestione per 40 anni. Il volere dei cittadini espresso con il referendum sull’acqua è calpestato. Succede altrettanto in Campania dove ieri nove comuni sono rimasti senz’acqua. L’acqua deve tornare pubblica, la rete colabrodo risanata con investimenti statali ed eliminato il rischio del dissesto idrogeologico che sta distruggendo i bacini idrici. Questo è quello che serve all’Italia che invece oggi viene presa per il culo con l’ennesimo annuncio, da parte di uno che più che un statista sembra l’ingegner Cane della Gialappa’s, della costruzione del Ponte sullo Stretto”.

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