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Fedriga, la Lega Nord e il vecchio travestito da nuovo

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La Lega Nord non cresce più nei sondaggi. Era ovvio: il livello massimo di consenso è stato raggiunto (grazie alla scaltrezza di Salvini), e più sopra di così (che è comunque tanto) non può andare. Ieri mi è capitato di vedere Fedriga a Otto e Mezzo. Fedriga è ritenuto il migliore della Lega dopo Salvini, e a guardarlo e sentirlo vien da dire: “Figuriamoci gli altri”. Ieri però Fedriga mi ha stupito, e gliene do atto: è riuscito a farsi mettere sotto da Fiano, che è un po’ come perdere giocando da soli a Fifa15. Fenomeno.

Sarebbe errato dire che, ovunque governi, la Lega deluda. Chi conosce il Veneto, e chi conosce Verona, capisce bene perché Zaia e Tosi continuino ad avere un simile consenso (soprattutto se l’alternativa è la Moretti). Sulla Lega viene costantemente fatto un errore: insistere sul suo essere razzista, destrorsa, fascista. Tutte cose più o meno vere, ma che per la Lega costituiscono un vanto e non certo un difetto. Dire che la Lega ha spesso idee xenofobe è come dire a Orfini che è brutto: lo sa già, e peraltro non è neanche il difetto peggiore che ha (Orfini, intendo).

Chi vuole disinnescare la forza della Lega Nord dovrebbe focalizzare l’attenzione su altri temi ben più sensibili. Per esempio su una classe dirigente inesistente, al punto tale che Salvini – non avendo attorno nessuno – è costretto a mandare in giro Fedriga, che sta alla Lega come la Picierno al Pd (giusto un po’ meglio, ma solo perché peggio è impossibile). Dovrebbe insistere sulla non credibilità della Lega come forza politica “nuova” (casomai “Forza Nuova” e basta). La Lega è parte integrante della “Casta” da più di vent’anni, da sola senza Berlusconi non va neanche in bagno (vedi Liguria) ed è puntualmente dentro larga parte degli scandali (vedi Lombardia). Di fronte alle accuse, peraltro, si comporta puntualmente come Berlusconi, a conferma di come ci sia ben poca differenza tra Lega e Forza Italia: “Uso politico della magistratura” e altri bla bla ridicoli.

Chi vuole depotenziare la Lega Nord, che alle prossime elezioni si ricompatterà eccome con Berlusconi e derivati (anche se Salvini ha promesso più volte il contrario), dovrebbe ricordare che – per esempio sull’immigrazione – la Lega ha peggiorato quegli stessi problemi che ora promette di poter risolvere. E dovrebbe anche pure che, quando si tratta di avere i soldi pubblici per alimentare il partito (o per provare a salvare la Padania), la Lega Nord si è comportata come e peggio degli altri partiti che un tempo giurava di voler combattere.

E’ qui, anzitutto qui, che la Lega mostra tutta la sua scarsissima credibilità: nell’essere ancora, esattamente come ai tempi dei governi Berlusconi, una forza non di rottura ma di sistema: il sistema (quasi sempre) peggiore.

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