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La degenerazione maculare senile è una patologia crescente come incidenza legata all’aumento della vita media. Lungi da me in questa sede voler spiegare la patologia e le possibili cure man mano tentate. Resta indispensabile almeno dire, che in molti casi porta a grave deficit visivo e che si è provato negli anni prima con il laser e oggi con iniezioni intravitreali per limitarne i danni.

Come sa chi segue questo mio blog da anni è aperta la lotta per cercare di far utilizzare il farmaco che ci farebbe risparmiare #unmilionedieurodì.
In attesa che il ministro Lorenzin risponda alle domande sulle quali preferisce sorvolare continuo a pensare che Big Pharma stia facendo di tutto perché non si riesca a raggiungere questo grande risparmio a parità di prestazione clinica.

Vi ricordo come addirittura Napoleone Ferrara, che ha venduto le due molecole di Avastin e Lucentis alle aziende farmaceutiche, sia seduto nel Consiglio superiore di sanità su indicazione proprio del ministro. Lui sicuramente potrebbe dirci come comportarci e risolvere questo problema economico, visto che studi scientifici e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno detto di usare il farmaco che non costa un occhio.

Il potere di Big Pharma è indubbiamente grande e quando riesce risparmia anche sugli studi clinici. Nei giorni scorsi, infatti, mi è capitato di leggere che per eseguire studi clinici su un integratore utile a ridurre le difficoltà di contrasto presenti nella degenerazione maculare senile, la comunità europea ha dato un fondo di 1,5 milioni di euro ad un gruppo di ricerca in Irlanda.
Fiumi di soldi pubblici che girano intorno alla salute e alla malattia che spesso Big Pharma influenza.

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