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Moby Prince, al Senato secondo no per fissare voto su commissione d’inchiesta

Moby Prince, al Senato secondo no per fissare voto su commissione d’inchiesta
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Il Senato ha di nuovo respinto la proposta di calendarizzazione del voto per l’istituzione della commissione d’inchiesta sulla tragedia del Moby Prince. E’ la seconda volta in pochi giorni che l’assemblea di Palazzo Madama boccia le richieste del Movimento Cinque Stelle e di Sel. In commissione Trasporti il testo per l’istituzione della commissione – che avrà un mandato due anni – era stato approvato all’unanimità, compreso il voto del Pd. In Aula, tuttavia, al momento non si riesce a inserire il voto (che impegnerebbe l’assemblea pochi minuti, vista la trasversalità del voto in commissione) nel calendario del Senato da qui alla pausa estiva.

Oggi, 15 luglio, sono stati i senatori Andrea Cioffi (M5s), Loredana De Petris e Luciano Uras (Sel) a proporre la calendarizzazione del voto, senza successo. Il presidente Piero Grasso – che pure è da sempre sponsor di una commissione d’inchiesta – ha messo ai voti la programmazione del voto e il quadro del voto elettronico è esploso di rosso.

A questo punto è sempre più probabile che il voto slitti almeno alla ripresa dei lavori a settembre. La preoccupazione delle associazioni dei familiari delle vittime della sciagura avvenuta il 10 aprile 1991 nella rada del porto di Livorno è che con questi rinvii l’operato della commissione d’inchiesta sia a rischio. Il mandato sarà di due anni, ma potrà “vivere” solo in questa legislatura. Tempo ce n’è, ha assicurato alcuni giorni fa il senatore del Pd Marco Filippi (relatore del testo), non c’è rischio che la commissione “scada”. Il punto è che i parenti delle 140 vittime del Moby Prince, la più grave tragedia della marineria italiana dal Dopoguerra, dopo varie archiviazioni di Procure e tribunali, aspettano almeno una ricostruzione storica da 24 anni.

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