Non è ancora tempo per discutere in Parlamento della legge sul conflitto d’interessi. La commissione Bilancio ha infatti bocciato il testo per “mancanza di coperture” e l’aula della Camera ha votato per il rinvio in commissione del ddl con 187 voti di differenza. Il ddl, già bloccato dal parere della ragioneria di Stato, trova così l’ennesimo ostacolo. Proteste in Aula dei deputati del Movimento 5 stelle: dopo aver richiamato all’ordine, per due volte, il deputato Manlio Di Stefano (M5s) e i colleghi che gridavano “Ladri, ladri” rivolti ai parlamentari del Partito democratico, il presidente di turno Luigi Di Maio ha dovuto sospendere la seduta. “Questo è il capolavoro dell’inciucio”, ha commentato Riccardo Fraccaro dei 5 stelle. Il sottosegretario Ivan Scalfarotto ha respinto però le critiche: “I rallentamenti che ci son stati nel passato sono stati dovuti dal fatto che, in questo primo spezzone di legislatura, la prima è stata una delle commissioni più impegnate, per cui si è creato una specie di imbuto. La verità è che adesso abbiamo il ddl Riforme da portare in aula il 16 dicembre”.

Il disegno di legge a prima firma di Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) è stato criticato da più parti per la “mancanza di sanzioni e regole fumose”, ma se parte della maggioranza ha promesso che le lacune saranno sanate con gli emendamenti, nel frattempo l’intento è quello di lasciarlo in commissione. L’ennesimo stop questa volta è dovuto alla bocciatura della commissione Bilancio della Camera che ha espresso parere contrario alla proposta di legge sul conflitto di interessi chiedendo di sopprimere tutti e sedici gli articoli del testo unico. Sul provvedimento, che l’aula ha rinviato in commissione, la Affari costituzionali aveva già deciso di rinviare l’esame degli emendamenti a causa della ristrettezza dei tempi per l’arrivo in assemblea. Con questa bocciatura la V commissione ha dunque bocciato anche gli emendamenti che erano stati depositati per il passaggio in aula. Le motivazioni ricalcano quelle con le le quali la Ragioneria dello Stato – più di in mese fa – bocciò alcune parti del testo unico. Dunque la V commissione ha puntato il dito in particolare contro i costi derivanti dall’istituzione della commissione di garanzia del conflitto di interessi e alcuni compiti ulteriori che il testo avrebbe affidato alla Guardia di finanza. “Ritenuto – si legge nel parere – che il provvedimento necessiti di approfondimenti nella commissione di merito, al fine di circoscriverne puntualmente l’impatto finanziario e di definirne conseguentemente le occorrenti coperture finanziarie” la commissione Bilancio ha quindi espresso parere contrario.

“Questa legge”, ha commentato il deputato M5s Riccardo Fraccaro, “è il capolavoro dell’inciucio, non ha le coperture necessarie e quindi non può essere esaminata dall’Aula. È uno scandalo vergognoso, il testo unificato è stato votato da tutto il Pd: è evidente la volontà di sotterrare il conflitto di interessi, anche la relazione del Governo è stata bocciata dalla Ragioneria di Stato e questo dimostra che siamo di fronte ad un inciucio firmato Renzi”. “Pd e Forza Italia rispediscono il conflitto di interessi in Commissione Affari Costituzionali dove riposerà in pace. L’accordo Renzi-Berlusconi è un piano piduista per sovvertire le istituzioni ed imporre ai cittadini una dittatura mascherata. Il premier ha fatto carte false pur di salvaguardare il pregiudicato, calpestando la Costituzione in nome del Patto del Nazareno. Aveva promesso una legge sul conflitto di interessi entro 100 giorni, invece sta palesemente violando le regole della democrazia per impedire che venga approvata: chi continua a votarli è complice di tutto questo”.

Critiche anche da Sinistra ecologia e libertà: “Oggi in aula”, ha commentato Arturo Scotto, “è accaduto un fatto grave: il Pd, dopo un balletto di 3 mesi sul conflitto d’interessi, ha scelto la strada dell’ennesimo rinvio. E’ inaccettabile”. Il fatto, secondo il deputato, sarebbe ancora più grave perché avviene proprio all’indomani della manifestazione del Pd al Laurentino 38 e in pieno scandalo Mafia Capitale. “Il Pd ha scelto di chiudere la riforma costituzionale in 2 settimane e rinviare ciò di cui si discute da 20 anni”.

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