Il tira e molla agitava la lista Tzipras da giorni. Ieri, con la decisione di Barbara Spinelli di accettare il seggio al Parlamento Europeo, la fibrillazione si è trasformata in scossa tellurica: il dietrofront della giornalista rispetto alle dichiarazioni della campagna elettorale ha lasciato a casa Marco Furfaro (Sel), eletto e già con un piede a Bruxelles e Strasburgo.  E nella lista, messa insieme da ciò che in Italia rimane della sinistra radicale ma capace di riaccendere nuovo entusiasmo in chi cerca nuove forme di vita a sinistra del Pd, è scoppiato il caos che negli ultimi giorni covava silenzioso sotto la cenere. La miccia la accende una lettera firmata da Enrico Sitta, militante di Sel e “coordinatore della campagna elettorale di Marco Furfaro” come si autodefinisce raggiunto al telefono, pubblicata da Minima&Moralia, blog della casa editrice Minimum Fax, storicamente vicina alla sinistra. 

L’attacco firmato da Sitta è pesante e ha due obiettivi: l’inatteso dietrofront, ma anche la giornalista in prima persona. “Poco conta che quando Marco Furfaro va in tv riaccende una speranza a sinistra in questo paese, mentre la Spinelli non si capisce neanche quello che dice – scrive Sitta in un linguaggio gergale – poco conta se ha promesso ovunque che avrebbe rinunciato al ruolo. Poco conta che i voti li ha presi perché l’hanno fatta votare tutti i candidati, sapendo che si sarebbe dimessa. Poco conta che ci sia gente che si è candidata proprio perché sapeva che si sarebbe dimessa; sticazzi giocare con la vita delle persone. Chi se ne frega”. Poche righe dopo, l’attacco diventa ancor più personale: la Spinelli, figlia del politico e scrittore Altiero (tra i padri fondatori dell’Europa unita), viene accusata di “predicare lo ius soli per la cittadinanza e praticare lo ius sanguinis per le rappresentanza politica”. E ancora: “Una persona misera Barbara Spinelli, una borghese piccola piccola, priva della facoltà politica e forse anche umana di intendere e di volere, in mano a dei mascalzoni che hanno sfruttato l’occasione per un unico scopo politico che andava delineandosi fin dall’inizio: fare fuori Sel. Per invidie, vecchi rancori, politicismi, opportunismi d’accatto”.

Nel pomeriggio Furfaro ha inviato alla Spinelli una lettera una lettera aperta pubblicata dall’Huffington Post. I toni sono più morbidi, ma la sostanza non cambia: “Non importa se sono, anzi, siamo perché con me c’era un’altra persona, Eleonora, stati trattati come carne da macello – scrive l’escluso – senza nessuna cura per le persone in una lista che recitava ‘prima le persone’. Non importa se in quasi 15 giorni non abbia ricevuto né telefonate né mail né nient’altro da Barbara Spinelli per comunicarmi ripensamenti o altro. (…) Non importa se circa 48 ore fa mi hanno chiamato alle 2 di notte per comunicarmi di ‘dormire tranquillo, Barbara ha mandato una lettera ufficiale, ha rinunciato, dobbiamo solo limare un punto, ma sei europarlamentare‘”. La cosa che importa, scrive ecumenicamente Furfaro, è” ringraziare chi mi ha accompagnato in questo viaggio” perché “la sinistra di questo Paese deve innovarsi, raccogliere una sfida, giocarsi la partita”. 

Ma la terra trema. “La scelta di Barbara Spinelli sul seggio al Parlamento Europeo è grave e sbagliata. Lo è nel metodo e nel merito – tuona Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, ora senza eletti in Ue – quel 4% della lista Tsipras cosi sudato e importante è stato costruito grazie al lavoro di tutti”.

Simbolo di una sinistra che non riesce a vincere senza poi spaccarsi o paralizzarsi in preda a frammentazioni interne, la vicenda ha riverberato la propria lunga eco sui social network. Il profilo Facebook del mancato parlamentare europeo è inondato da post di solidarietà. A digitare, poi, su twitter il nome di Furfaro, lo schermo è inondato da una cascata di cinguettii di solidarietà diretti all’esponente di Sel rimasto a casa, mentre sulla Spinelli precipita una pioggia di critiche da parte di chi la accusa di incoerenza: “#Spinelli piccola,piccola,piccola. Ma perché oltraggiare la memoria del padre? Perché essere incoerenti? Non eravate il nuovo?”, scrive Cristiana Viola. Così avviene che anche la base del partito si spacca inevitabilmente tra colpevolisti e innocentisti: “La sinistra è quel posto meraviglioso dove non c’è Barbara Spinelli. Pacta sunt servanda. #IostoconMarco” twitta Alberto Belloni, Capogruppo Sel del Municipio XI di Roma. E la protesta si allarga ai piano superiori: “Scelte di #Spinelli sono disastro senza ritorno. Abbiamo trasformato vittoria in ferita che non si rimarginerà. Solidarietà a @marcofurfaro“, cinguetta Massimiliano Smeriglio, vicepresidente e assessore alla formazione della Regione lazio. Poi c’è chi sta con Barbara. Gente comune come La Peste di Camus: “Penso che la lista @altraeuropa sia soprattutto Barbara Spinelli e gli altri che l’hanno ideata:sono contento che vada a Bruxelles”. Ma anche addetti ai lavori come Gad Lerner (“A me sembra che il Parlamento europeo possa solo trarre giovamento da una presenza al suo interno di Barbara Spinelli”) e Beppe Lopez: “ricordare a furfaro il rispetto che deve agli elettori che hanno dato a barbara spinelli più voti che a lui”.

Sabato, alla Festa del Fatto a Taneto di Gattatico, prima ancora che Barbara Spinelli ufficializzasse la decisione di tenere il seggio al Parlamento Ue, Moni Ovadia, candidato nella lista Tsipras che rinuncerà al seggio come promesso in campagna elettorale, commentava l’allora probabile decisione in maniera molto cauta.

 

 La distanza tra i piani alti della lista e parte degli elettori è evidente. Da una parte coloro che hanno votato Spinelli e festeggiano il suo arrivo al Parlamento Ue. Dall’altra c’è chi contesta la decisione. Nell’assemblea di sabato a Roma si era percepito con chiarezza il malumore della base. La maggioranza degli interventi sottolineavano come la decisione fosse stata presa senza una consultazione e comunicata solo dopo la fine dei lavori, anche se poi l’assemblea produceva un documento in cui si sottolineava la necessità di proseguire sulla strada della lista unitaria e della continuità con il progetto iniziale. La situazione è magmatica al punto che non è improbabile che presto possa prendere posizione sulla vicenda anche lo stesso Alexis Tsipras, che aveva chiesto espressamente alla giornalista di tenere il seggio conquistato alle urne. L’umore della base si condensa su twitter in un memento per il futuro: “Tutta sta storia #Spinelli #dimissioniSI #dimissioniNO,  – cinguetta l’utente Giuseppe Cossu – da elettore della #ListaTsipras, inizia ad urtarmi un po’”. 

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