Anche il disegno di legge sul voto di scambio diventa un ring. E’ bastato l’annuncio del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli di sospendere la discussione per passare direttamente al voto (la cosiddetta “ghigliottina“) e immediata è scoppiata la protesta del M5S. A quel punto è cominciata una bagarre che non si è ancora conclusa con un continuo scontro verbale tra i senatori del Movimento Cinque Stelle e quelli di Pd, Forza Italia, Nuovo Centrodestra e degli altri partiti di maggioranza che vogliono chiudere in giornata l’approvazione del testo. Il capogruppo democratico Luigi Zanda ha rivendicato la decisione di chiedere la “ghigliottina” perché “vogliamo che il testo – ha detto – entri in vigore prima delle prossime Europee”. Insieme a lui hanno firmato la richiesta di tagliare la discussione i capigruppo di Fi, Ncd e Scelta Civica Paolo Romani, Maurizio Sacconi e Gianluca Susta e le due senatrici del Pd Rita Ghedini e Monica Cirinnà. La richiesta è stata poi approvata ad ampia maggioranza. “Voi non vi meritate il titolo di onorevole – ha gridato  il capogruppo dei Cinque Stelle Vincenzo Santangelo dopo la richiesta di stop alla discussione – Andrete tutti a casa”. Gli emendamenti si voteranno a partire dalla seduta pomeridiana di martedì 15 aprile, oggi verranno solo illustrati. 

In un primo momento lo scontro si è consumato tra i Cinque Stelle e il senatore di Forza Italia Francesco Nitto Palma. La richiesta di chiusura, arrivata dalla maggioranza ma chiesta anche da Forza Italia, ha suscitato le polemiche dei senatori 5 Stelle. Dopo l’intervento dell’ex capogruppo M5s Maurizio Santangelo, che in Aula ha definito “vigliacchi” i senatori che hanno sottoscritto la richiesta, è intervenuto il presidente della commissione Giustizia Nitto Palma, che ha detto: “C’è gente che parla di antimafia ma non la fa. E ritiene che parlarne lo possa proteggere da qualsiasi critica. Chi allunga i tempi per non approvare questo provvedimento fa un oggettivo favore alla mafia”. Durante il suo intervento, dopo alcune urla arrivate dai banchi M5s, Palma si è girato verso un collega 5 stelle dicendo: “Tu te devi stare zitto, con me non giocate”. Ad intervenire subito dopo il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda (tra i firmatari della richiesta), che rivolgendosi ai senatori grillini ha detto: “L’Italia sa distinguere tra chi porta argomenti seri e chi invece cerca di sfasciare le istituzioni”.

Un altro momento di caos quando il senatore di Grandi autonomie e libertà Vincenzo D’Anna ha chiesto la parola in aula al Senato per fare un elenco di tutte le minacce ricevute dai senatori del M5s, tra cui “camorrista”. La presidente di turno, Linda Lanzillotta, ha mostrato “solidarietà”, ma non ha permesso a D’Anna di leggere l’elenco.  La seduta è anche stata brevemente sospesa proprio quando D’Anna è stato richiamato all’ordine per aver fatto il saluto romano verso gli M5S che aveva accusato di fare “squadrismo fascista” impedendo di parlare. “E’ contro i valori della Costituzione” ha detto Lanzillotta.

Ieri i dubbi sul testo erano arrivati dal senatore Felice Casson tanto che in commissione Giustizia, sugli emendamenti, i senatori del Pd si erano astenuti (e l’astensione al Senato vale come un voto contrario) perché – ha spiegato l’ex giudice – “è un compromesso al ribasso”. Se fosse approvato il testo infatti il minimo di pena previsto sarebbe di 4 anni.

Articolo Precedente

Pd, scendere dal carro del vincitore

next
Articolo Successivo

La vignetta del giorno: B ai servizi sociali?

next