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Camusso: “Il governo sottovaluta rapporto con parti sociali. Tweet non bastano”

Il segretario della Cgil attacca l'esecutivo di Matteo Renzi: "E' un atteggiamento già inaugurato da Monti e il premier dovrebbe imparare dagli errori precedenti"
Camusso: “Il governo sottovaluta rapporto con parti sociali. Tweet non bastano”
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Susanna Camusso va all’attacco del governo Renzi e accusa il premier di “sottovalutare molto il rapporto con le parti sociali”. Al congresso della Camera del Lavoro di Torino, la leader della Cgil usa parole dure. “Il tempo non è infinito. Se dai un calendario senza dire il merito che affronti, è solo un calendario”, afferma.

A Renzi, che in un tweet aveva scritto ‘Tranquilli, non mi iscrivo alla Cgil’, Camusso risponde: “Il presidente del consiglio ha un grande amore per gli strumenti mediatici. Dice di stare tranquilli, che non s’iscriverà alla Cgil? Io non sono tranquilla per il rapporto che lui pensa di avere con le parti sociali. Già con Monti o Letta abbiamo visto saltare il rapporto tra governo e parti sociali: il governo andava avanti per la sua strada salvo poi scoprire, come nel caso della riforma delle pensioni, che forse sarebbe stato meglio parlarsi prima. Dal passato dovrebbero imparare tutti”.

A questo proposito la leader della Cgil ricorda che l’attuale ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, sosteneva già quando era presidente dei giovani di Confindustria l’idea della contrattazione individuale, “a ognuno l’abito su misura”.

Camusso critica anche chi pensa che “telelavoro e tweet possano sostituire la partecipazione e la democrazia”. “Si fa un grande delitto – dice – quando ci si immagina che si possa saltare il confronto sulle vertenze, sulle aziende. Lo trovo un modo un po’ sbrigativo di affrontare un grande problema, quello del futuro dell’assetto industriale del Paese. Continuo a pensare che la partecipazione è fatta anche del confronto diretto, non è sublimabile da alcuna rete informatica”.

La numero uno della Cgil auspica che il dossier del 12 marzo annunciato dal presidente del Consiglio non sia deludente proponendo “uno schema di ragionamento che si ferma alle regole e non guarda invece a come creare eguaglianza e posti di lavoro”. Quanto all’ipotesi di un contratto unico, “si cancellino le forme di precarietà – risponde – e un minuto dopo siamo disponibili a discuterne. Se invece l’idea è di aggiungere un’altra forma, il supermarket è già affollato”.

Al centro dell’intervento anche la polemica con la Fiom sulla rappresentanza. Ai metalmeccanici Cgil che chiedono di consultare sull’accordo anche i non iscritti, replica: “Sì purché ci siano due urne, una per gli iscritti e una per gli altri lavoratori, perché solo così si può trovare una sintesi. La Fiom risponda, se mi si dice sì abbiamo fatto tutti i passi avanti necessari”.

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