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Napolitano: “Una moda invocare elezioni. Possibile cambiare il Senato”

Il Capo dello Stato, all'incontro con scienziati e ricercatori a Palazzo Madama, lamenta ''il frastuono delle polemiche politiche e così dannatamente sempre elettorali anche quando non ci sono elezioni dietro l’angolo"
Napolitano: “Una moda invocare elezioni. Possibile cambiare il Senato”
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È all’incontro con gli scienziati e ricercatori a Palazzo Madama che il presidente della Repubblica, all’indomani della conferenza stampa di Matteo Renzi, nuovo segretario del Pd, manda un messaggio preciso alla politica. 

L’Italia deve dare risposte ai giovani, “con momenti di riflessione e di scambio su problemi reali del Paese e del suo futuro, al riparo dal frastuono dalle polemiche politiche, sempre così dannatamente elettorali anche quando non ci sono elezioni dietro l’angolo. Pare sia molto di moda evocarle a ogni momento” lamenta il capo dello Stato. Ma Napolitano, forse proprio pensando all’idea che il sindaco di Firenze ha del Senato, dice “si cerchi di superare ripetitività, duplicazioni e complicazioni soprattutto nel processo legislativo che non portano ad un’effettiva qualificazione dell’attività parlamentare e del ruolo del Parlamento. Sono convinto che esista la possibilità di tagliare corto con queste duplicazioni e ridondanze e di qualificare in modo nuovo ed essenziale anche il Senato”.

Napolitano ha ricordato il caso di altri Paesi in cui c’è “una Camera Alta che non ha poteri di investitura politica ma altri poteri” come si vede nel caso del Bundestag tedesco o del Senato francese, che “ha saputo esso stesso in tempi recenti rinnovarsi profondamente senza scandalo e con il contributo dei senatori stessi”.

“Ogni incontro con il mondo della ricerca, in modo particolarissimo con i giovani impegnati nel mondo della ricerca, costituisce per me una sorgente di fiducia nelle possibilità e nelle prospettive del Paese. Anch’io – ha aggiunto – ho bisogno di attingere a queste sorgenti di fiducia, perché attraversiamo una fase in cui nel Paese c’è un clima, un mood che non è precisamente quello della fiducia nel futuro e noi dobbiamo reagirvi e cogliere e trasmettere tutte le iniezioni di fiducia che possiamo ricavare anche da occasioni come queste. Lo dobbiamo fare in modo particolare pensando ai giovani e alle difficoltà che incontrano per entrare nel mondo della ricerca”. 

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