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Legge elettorale, Grillo: “Mattarellum e voto”. Alfano: “Mantenere bipolarismo”

Il vecchio sistema potrebbe il punto di caduta di un'eventuale trattativa d'emergenza. Ma il Pd (Renzi e Cuperlo) insiste per il doppio turno. Il leader 5 Stelle: "Letta e Napolitano figli illegittimi della Repubblica"
Legge elettorale, Grillo: “Mattarellum e voto”. Alfano: “Mantenere bipolarismo”
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Dalle ceneri del Porcellum rinasce il Mattarellum. Il vecchio sistema elettorale sembra il punto di caduta più probabile come clausola di salvataggio per togliere di mezzo innanzitutto la “porcata” di Roberto Calderoli e cominciare un percorso per una nuova legge. Il primo riflesso è che sembra confermarsi quel patto Renzi-Letta per il doppio turno sul quale sarebbe d’accordo anche Angelino Alfano. Il vicepremier esulta per la decisione della Corte Costituzionale: “A questo punto non ci sono più pretesti, non c’è più alibi per alcuno: si deve procedere con urgenza a cambiare la legge elettorale”. Per il Nuovo Centrodestra la nuova legge elettorale deve avere “due obiettivi fissi: il mantenimento del bipolarismo e la restituzione ai cittadini del diritto di scegliere il proprio deputato o il proprio senatore”. Per larga parte del Pd bisogna puntare al doppio turno: lo dice Renzi, ma anche Gianni Cuperlo. Le trattative si farebbero molto più faticose e lente. Questo avvantaggerebbe il governo che vuole allungare l’orizzonte al 2015 con il “patto alla tedesca” chiesto dal sindaco di Firenze. 

Ma il doppio turno non piace a tutti. Anzi: piace quasi solo al centrosinistra. E così il primo punto di caduta per possibili convergenze diventa proprio il Mattarellum. Secondo Pippo Civati il Pd deve insistere per tornare al sistema Lo dice anche il Movimento Cinque Stelle. “I partiti, Letta e Napolitano non hanno più nessuna legittimità. Sono figli illegittimi della Repubblica. Si torni al Mattarellum, si sciolgano le Camere e si vada al voto. Non ci sono alternative” dice Beppe Grillo. Quello dell’illegittimità politica è tuttavia un concetto politico non formale. Nel senso che questa pronuncia della Consulta non è retroattiva, come spiega il presidente della Giunta per le elezioni del Senato Dario Stefàno: “L’abrogazione non potrà che avvenire pro futuro”. Ma se la legge elettorale è incostituzionale, lo è anche il Parlamento, lo è anche il governo. Lo è anche lo stesso capo dello Stato, rieletto da questo Parlamento. E’ anche la lettura di Daniela Santanchè: “Dopo Berlusconi, per mano di altri giudici, siamo tutti decaduti e anche illegittimi. Compreso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Con la pronuncia della Consulta di poco fa, siamo arrivati al punto in cui i giudici ‘diventano legislatori’ e di fatto scrivono la legge elettorale. Complimenti. A questo punto Napolitano non deve perdere altro tempo: sciolga le Camere e si torni immediatamente al voto: ridia la parola agli italiani”. Forza Italia, d’altra parte, come prima cosa ricorda che a questo punto “in Parlamento gli ‘abusivi’ sarebbero 148, e gli onorevoli democratici calerebbero da 340 a 192”. Tutti i berlusconiani gridano “al voto”. Ma prima serve una legge elettorale perché quella attuale – se prima era pessima – ora è pure stata svuotata dalla Corte Costituzionale. Basterebbe una legge di una riga – come quella presentata mesi fa dallo stesso Calderoli – che dice che si abroga il Porcellum. Cioè quello che i partiti avrebbero potuto fare finora. 

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