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Russia, Navalny condannato per furto di legname: 5 anni al blogger anti-Putin

Il principale oppositore del presidente è stato riconosciuto colpevole di aver sottratto legname per 500mila dollari da una segheria di Stato. La commissione elettorale aveva appena ammesso la sua candidatura a sindaco di Mosca, ma se il verdetto diventerà esecutivo prima del voto non potrà candidarsi
Russia, Navalny condannato per furto di legname: 5 anni al blogger anti-Putin
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Il blogger anti-Putin Alexei Navalny è stato condannato a 5 anni di carcere per appropriazione indebita. Navalny, il blogger anti corruzione e il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è stato riconosciuto colpevole di furto da un tribunale di Kirov, a nordest di Mosca. L’accusa ha chiesto sia condannato a sei anni di carcere. E’ stato ammanettato e preso in custodia dalla polizia nell’aula del tribunale di Kirov, 900 chilometri a nordest di Mosca, che lo giudicava. Navalny, che si è sempre detto innocente e parla di processo politico, è stato riconosciuto colpevole di aver sottratto l’equivalente di 500mila dollari di legname da una segheria di Stato quando era consigliere regionale a Kirov Proprio ieri, a sorpresa, la commissione elettorale aveva ammesso la sua candidatura a sindaco della capitale russa proposta da un vasto fronte dell’opposizione. Se il verdetto diventerà esecutivo prima del voto dell’otto settembre, non potrà tuttavia candidarsi. I legali di Navalny hanno già annunciato un appello, il cui esito potrebbe arrivare dopo le elezioni nella capitale russa.

La condanna, dichiara l’alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera Catherine Ashton, suscita “preoccupazione” e solleva “seri interrogativi” sul rispetto dello stato di diritto in Russia. Durante il processo che ha preceduto la condanna, osserva Ashton, le accuse “non sono state verificate”. Una circostanza che è causa di “preoccupazione”. “La società civile svolge un ruolo vitale – sottolinea Ashton – nell’evidenziare comportamenti scorretti e difendere i diritti umani e quindi non dovrebbe essere messa a tacere”. L’esito del processo, alla luce della procedura seguita, prosegue l’Alto rappresentante Ue, “solleva seri interrogativi sul rispetto dello stato di diritto in Russia”. Ashton spera quindi che “le sentenze vengano riviste in occasione del processo d’appello”.

 

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