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Moro, 35 anni dall’uccisione. Napolitano: “Fermare violenza anche solo verbale”

Il presidente della Repubblica ha deposto una corona di fiori in via Caetani, sotto la lapide dello statista democristiano rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. Presente anche il premier Enrico Letta, che ha dichiarato: "Con lui ho capito quanto è alta la politica se è di servizio"
Moro, 35 anni dall’uccisione. Napolitano: “Fermare violenza anche solo verbale”
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”Bisogna fermare la violenza prima che si trasformi in eversione”. E’ l’avvertimento di Giorgio Napolitano, intervenuto al Senato per l’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro. “In questo momento non possiamo essere tranquilli davanti a esternazioni anche solo sul piano verbale o sul piano della propaganda politica”, ha spiegato il presidente della Repubblica, che ha deposto una corona di fiori in via Caetani, sotto la lapide dello statista democristiano rapito e ucciso dalle Brigate Rosse 35 anni fa.

Dopo la cerimonia, Napolitano si è intrattenuto a colloquio con il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Camera Laura Boldrini e il premier Enrico Letta, anche loro in via Caetani, insieme al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il presidente del Consiglio ha fatto sapere che, “quando i miei genitori mi portarono in via Fani, avevo 12 anni e vedere cinque servitori dello Stato che persero il presidente della Dc rapito e poi assassinato ha voluto dire capire quanto la politica è alta se è di servizio”.

Mentre il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha spiegato che “questo è certamente un giorno che non si può dimenticare, perché è stato l’apice degli anni di piombo con un attacco frontale alle istituzioni”. Ora “sono crollate le ideologie, è crollato il muro di Berlino e non c’è più l’aggressività organizzata di quegli anni”, ha aggiunto, “ma c’è ancora la tendenza a mettere in discussione le istituzioni democratiche, anche con la violenza: una tendenza inaccettabile da contrastare con forza”.  

“Quella decisione spietata, che portò dopo 54 giorni di prigionia all’uccisione del presidente della Democrazia cristiana, ha rappresentato un momento di condivisa presa di coscienza da parte dello Stato”, ha detto invece Grasso parlando in aula in occasione della “giornata della memoria” che ricorda le vittime del terrorismo, “quello Stato che, purtroppo, solo allora, capì che la reazione non poteva più tardare”. Mentre su twitter ha aggiunto: “Peppino Impastato aveva 30 anni, un coraggio da leone, e lo ammazzarono”, ricordando il giovane siciliano ucciso dalla mafia lo stesso giorno di Aldo Moro.

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