Ventiquattro bonifici da circa duemila euro con la medesima causale: autovettura. Poi c’è un assegno da quasi mille e settecento euro ad una gioielleria palermitana. Quindi un regalo di nozze da duemila e cinquecento euro e – dulcis in fundo – un prelievo in contanti di quasi cinquanta mila euro, evaporati nel nulla. Tutti soldi pubblici provenienti dai fondi riservati ai gruppi parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana nell’ultima legislatura. Dopo due mesi d’indagini sono queste le prime spese non giustificate che i militari della guardia di finanza hanno segnalato ai pm Sergio Demontis e Maurizio Agnello, che conducono le indagini sulle ‘spese pazze’ dei gruppi parlamentari siciliani. E questa volta, oltre alle spese non giustificate, nel rapporto delle fiamme gialle sono finiti anche i nomi dei politici che in quanto presidenti dei gruppi parlamentari, potrebbero rischiare a questo punto un’indagine per peculato.

Rudy Maira, già sindaco di Caltanissetta, è stato il capogruppo dei Popolari d’Italia domani all’Ars durante l’ultima legislatura. Dei sei milioni e mezzo di euro che spettavano ogni anno al suo gruppo parlamentare, cinquantunomila euro sono serviti a pagare le rate del leasing di una fiammante Audi A6, che l’ex parlamentare avrebbe utilizzato come automobile personale. “Usavo quell’auto come presidente ma era a disposizione del gruppo parlamentare” ha replicato Maira in una nota. Da capogruppo del Pdl Sicilia Giulia Adamo, attuale sindaco di Marsala, sarebbe invece a conoscenza di un assegno da 1.690 euro in favore della gioielleria Fecarotta di Catania: una spesa che non è certo contemplata tra quelle necessarie al funzionamento di un gruppo parlamentare. Come anche i duemila e cinquecento euro che i deputati regionali del Pd, guidati da Antonello Cracolici, hanno speso per fare il regalo di nozze ad una dipendente del gruppo parlamentare. “La somma versata in occasione del matrimonio della dipendente, è frutto di una sottoscrizione del valore di 100 euro per ciascuno dei 25 deputati allora iscritti al Gruppo PD nella XV legislatura” replica invece il consulente contabile dei democratici all’Ars

Sicuramente meno chiara è invece la storia dei quarantacinquemila euro prelevati in contanti dal conto corrente del Movimento per l’Autonomia. A prelevare quei soldi, per sua stessa ammissione, è stata una vecchia conoscenza della politica siciliana: Francesco Musotto, già presidente della provincia di Palermo, poi arrestato, processato e assolto per concorso esterno a Cosa Nostra, ha infatti guidato il gruppo degli autonomisti durante la scorsa legislatura, prima di rompere con Raffaele Lombardo e avvicinarsi all’Udc. E proprio a Lombardo, Musotto avrebbe consegnato in contanti quarantacinquemila euro del denaro prelevato dal conto corrente. Denaro che sarebbe stato poi utilizzato da Lombardo per fare campagna elettorale in giro per l’Italia. L’ex governatore però di quei soldi dice di non saperne nulla, smentendo nettamente Musotto. “Tanto per essere chiari – ha detto l’ex presidente durante una pausa del processo che lo vede imputato per concorso esterno a Cosa Nostra – io dal gruppo e dal partito, compresi questi ultimi due mesi da pensionato non di lusso, non mi faccio rimborsare neppure l’aereo. Si sa che con il denaro ho un rapporto freddo”.

di Giuseppe Pipitone

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