E la tassa sui super ricchi, dov’è finita? Era una delle promesse più eclatanti di François Hollande durante la campagna delle presidenziali: una di quelle giudicate più «di sinistra», che di sicuro hanno contribuito a portare al secondo turno al leader socialista i voti (determinanti) di Jean-Luc Mélenchon, del Front de gauche. Ebbene, entro la fine del mese il Governo francese deve presentare il suo progetto per la finanziaria 2013, da far approvare al più presto al Parlamento. Dovrebbe consistere in una profonda riforma fiscale, proprio l’occasione per introdurre anche la tassa sui super ricchi. Ma, dalle prime indiscrezioni in circolazione, Hollande e compagnia starebbero per alleviare le condizioni previste inizialmente: insomma, vorrebbero fare retromarcia. Mentre in questi giorni, pressione in più in questo senso, è emerso che proprio Bernard Arnault, il più ricco di tutti in Francia (ma pure il numero uno a livello euopeo e quarto nel mondo), ha chiesto la nazionalità belga. In fuga dal fisco del suo Paese.

Quale imposizione per i Paperoni di Francia – Per il momento Oltralpe l’imposta sui reddti personali arriva a un’aliquota massima del 45%, applicata sopra i 150mila euro lordi annui. In più, però, va calcolata la patrimoniale. Nicolas Sarkozy, nel 2007, appena eletto, aveva introdotto uno scudo fiscale che limitava al 50% massimo l’imposizione complessiva, ma questo, già smantellato in parte dall’ex Presidente, è stato fatto fuori del tutto con l’arrivo di Hollande. Il nuovo Presidente, nel febbraio scorso, in piena campagna, era andato oltre annunciando (aveva sorpreso perfino alcuni dei suoi consiglieri) una nuova aliquota del 75% per tutti i redditi oltre il milione di euro annui. Nei prossimi giorni dovrebbe essere resa nota la nuova normativa. Ma, secondo le prime indiscrezioni, Hollande si appresterebbe a fare retromarcia, almeno in parte. Nel caso di una coppia, ad esempio, il limite del milione sarebbe aumentato a due milioni. E si escluderebbero in generale dal calcolo i redditi da capitale.

   Arnault, il più ricco di tutti, farà le valigie? – Nel contesto di queste polemiche arriva una notizia bomba. Bernard Arnault, il patron di Lvmh, il colosso del lusso francese, che comprende fra gli altri Louis Vuitton e i maggiori marchi di champagne, ha fatto domanda per ottenere la nazionalità belga. Mercoledì scorso è stato addirittura ricevuto dal premier francese, il socialista Jean-Marc Ayrault, per protestare contro la nuova aliquota in arrivo (a lui, nonostante le probabili eccezioni, si applicherà). In un comunicato, Arnault, che ha fama di spietato uomo della finanza, ha comunque sottolineato che la sua decisione non ha niente a che fare con l’imminente riforma fiscale, ma è legata «alla volontà di realizzare più investimenti in Belgio». Una prospettiva difficile da credere. Tanto più che, se ottenesse la cittadinanza belga, potrebbe andare a risiedere a Monaco e sfruttare i suoi vantaggi fiscali (lì le tasse sui redditi personali sono pari a zero, ma al vantaggio, secondo una convenzione firmata tra Parigi e il Principato, non possono accedere i cittadini francesi, anche se residenti). «La Francia non ama chi ha successo  – ha sottolineato François Fillon, ex premier, ai tempi di Sarkozy -. La volontà di Arnault è il frutto delle decisioni stupide del Governo».

   I limiti imposti dalla lotta al deficit –  Tutta questa vicenda si annuncia un campo minato per Hollande, che proprio in questo periodo sta andando male nei sondaggi: secondo un’inchiesta di Bva, resa nota oggi, il 59% dei francesi non è soddisfatto dal suo operato. Il Presidente deve trovare per la finanziaria 2013 almeno 33 miliardi, fra tagli alla spesa pubblica e crescita del gettito dell’erario (da quest’ultimo fronte dovrebbero arrivare tra 15 e 20 miliardi di euro). Il problema è vedere, appunto, quali saranno le modalità. Nei giorni scorsi il Presidente ha escluso «aumenti delle imposte generali e indifferenziati», precisando che «chi ha di più, deve pagare di più». Ma un’eventuale fuga di capitali, forse già in corso, sarebbe un problema: per questo Hollande tentenna sull’aliquota del 75%. L’obiettivo della finanziaria 2013 è riportare il deficit pubblico al 3% del Pil, dalla stima del 4,5% prevista a fine anno. Da sottolinare: Arnault se ne era già andato dalla Francia per tre anni nel 1981, quando François Mitterrand era arrivato al potere. Già ricco, ma non ricchissimo come oggi, trascorse tre anni negli Stati Uniti. Per poi ritornare a casa dopo che Mitterrand aveva frenato le sue «eccessive» aspirazioni di sinistra.

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