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Fornero promette: “Taglio cuneo fiscale a imprese virtuose con lavoratori”

In un'intervista il ministro del Lavoro assicura “forme sperimentali di decontribuzione per le aziende che abbiano un record positivo di utilizzo della manodopera” e difende la sua riforma "che contrasta la precarietà": "Necessario stabilizzare contratti di lavoro per aumentare produttività"
Fornero promette: “Taglio cuneo fiscale a imprese virtuose con lavoratori”
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”Sperimentazioni virtuose” per aumentare la produttività, “elemento chiave della crescita” che “da sola non basta”, fra cui anche “forme sperimentali di decontribuzione per le imprese che abbiano un record positivo di utilizzo della manodopera”. Lo dice al Corriere della Sera il ministro del Lavoro Elsa Fornero sottolineando che anche le parti sociali dovrebbero cercare “di migliorare la loro collaborazione”.

Per andare verso il modello tedesco, che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa, servono “più” di un passo e “per questo il governo ha intenzione di fare quanto è in suo potere, sempre ricordando che ci sono poche risorse, per favorire il dialogo tra le parti sociali”.

La detassazione del premio di produttività? “Se mettiamo le risorse su questo capitolo – spiega il ministro – sarà più difficile metterle sul cuneo fiscale a favore delle imprese che dialogano con i lavoratori”. “Il tema delle modalità delle relazioni di lavoro – aggiunge – ha permesso alla Germania di uscire dalla crisi”. La partecipazione “non va imposta – dice -. Ma ci stiamo lavorando e vorrei riuscire a condurre la delega in porto”.

Bene “favorire le start up” come auspicato dal ministro Corrado Passera, ma “prima di tutto vanno ben definite quali sono queste aziende innovative” e poi, precisa Fornero, è necessario anche “fare in modo che le norme del lavoro che si adatteranno a queste aziende innovative siano assolutamente coerenti con la riforma”.

Il ministro difende la riforma nel suo intento di contrastare il lavoro precario: “La produttività – afferma – non può nascere da contratti ‘mordi e fuggi’”, nel senso che “un lavoratore che sia sempre preoccupato di quello che farà tra due o tre mesi, allo scadere del contratto che ha oggi in corso, non può dedicarsi bene al suo lavoro. Questo recupero di una qualche stabilizzazione nei contratti di lavoro è funzionale al discorso della produttività”.

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