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Alemanno perplesso su ricandidatura di Berlusconi: “Non ci sarà suo governo VI”

Il sindaco di Roma manifesta forti dubbi sul ritorno in campo da protagonista del Cavaliere e con le sue dichiarazioni "prova a influenzare l'andamento dello spread". Critico anche verso il governo tecnico, autore a suo avviso, di "una pessima e contraddittoria riforma sul lavoro"

Alemanno perplesso su ricandidatura di Berlusconi: “Non ci sarà suo governo VI”
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Il sindaco di Roma prova a influenzare l’andamento dello spread: “Tranquillizzo i mercati e la sinistra: non ci sarà il sesto tentativo di Berlusconi“. Alla trasmissione televisiva ‘Omnibus’ (La7) rivela di aver parlato telefonicamente con il Cavaliere, manifestando forti dubbi sul suo ritorno in campo da protagonista: “Ritengo rappresenti un passo indietro. Ora grazie alle mie dichiarazioni il differenziale Btp-Bund diminuirà di qualche punto”. Difficile credere ad Alemanno dopo le recenti dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio, che a febbraio dichiarava al Financial Times di farsi da parte, mentre solo cinque giorni fa annunciava il ritorno allo spirito del ’94 e a Forza Italia. Proprio ieri, di fronte a un nuovo innalzamento dello spread, fonti vicine al Cavaliere hanno riferito di una possibile fine anticipata per il governo Monti. “La tentazione di staccare la spina c’è”: l’ex premier, tuttavia, starebbe aspettando che Bruxelles intervenga per definire il meccanismo dello scudo anti-spread, “altrimenti – affermano alcuni esponenti del partito di via dell’Umiltà – l’unica strada per evitare la deriva greca o quella spagnola sono le elezioni”.

Secondo Alemanno l’esperienza dell’esecutivo Monti “dimostra che i tecnici le grandi riforme non le possono fare, perché quelle strutturali hanno bisogno di una grande visione politica e del consenso popolare. E’ la politica che deve fare le riforme, quelle vere: il governo Monti ha fatto una buona riforma sulle pensioni ma una pessima e contraddittoria riforma sul lavoro, e poi ha prodotto una serie di manovre fondate sui tagli lineari, come quelli della spending review”.

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