Deputati e senatori non si riducono lo stipendio? Ci pensano i cittadini. O almeno, tra mille difficoltà procedurali, ci provano con un referendum. Da abrogare è l’articolo 2 della legge 1261 del 1965 che disciplina le indennità spettanti ai membri del Parlamento. Nel caso specifico, i compensi relativi alla diaria ed alle spese di soggiorno a Roma, che ammontano a 3.503,11 euro lordi.

La raccolta di firme era partita bene, con oltre 200mila adesioni in due mesi, e altrettante da collezionare entro la fine di luglio. Ma gli organizzatori, decisi a sollevare il dibattito, non avevano fatto i conti con le regole della consultazione: non può essere depositata nessuna richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere. Quindi le firme potranno essere consegnate solo a gennaio 2013 e in quel caso la prima data utile per la raccolta (90 giorni prima) è il 6 ottobre. E di voto non se ne parla fino al 2014. Quindi tutto il lavoro fatto fino a oggi è inutile? Gli organizzatori sono fiduciosi: “La legge del ‘70 è lacunosa – spiega Maria Di Prato, promotrice dell’iniziativa con l’Unione Popolare – faremo ricorso e anche questa raccolta sarà valida. In ogni caso, se necessario, a ottobre ricominceremo da capo. Noi non siamo professionisti e la nostra intenzione era quella di sollevare un serio dibattito”.

Lo scorso anno le 500 mila firme contro la legge elettorale Porcellum arrivarono in tempo, anche grazie alla mobilitazione politica di alcuni partiti. Ma questa volta è difficile ipotizzare che un aiuto arrivi da dentro i palazzi nonostante gli onorevoli italiani possano continuare a dormire sonni tranquilli: i loro compensi resterebbero sopra i diecimila euro. La sola indennità mensile, prevista dalla Costituzione, è pari a 11.283 mila euro lordi per i deputati e 11.555 per i senatori. Quattromila euro più dei loro colleghi francesi e 3.500 più dei tedeschi. A questi soldi va aggiunta la diaria, calcolata secondo le presenze effettive, che può raggiungere i 42 mila euro l’anno a testa e complessivamente – sommando 635 deputati e 315 senatori – i 39 milioni di euro. 

“L’Italia dei valori sposa in pieno questa battaglia – spiega Antonio Di Pietro – ma temiamo che le procedure siano sbagliate. Noi dal 6 ottobre non solo promuoveremo un referendum per ridurre gli stipendi dei parlamentari, ma anche un altro grappolo di quesiti, tra cui l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti”. L’iniziativa dell’Unione popolare è nata su Facebook. E ora il popolo della Rete è in rivolta e accusa la Di Prato di volersi fare pubblicità : “Ma come, signora Maria, ci vuole dire se abbiamo buttato via il nostro tempo?” chiede ad esempio Sara. “La cosa bella della rete è che le balle come le vostre durano poco”, sbotta Stefano. “Servirà non servirà, io andrò lo stesso a firmare perché mi sento meglio solo all’idea di far qualcosa contro gli occupanti in Parlamento”, ribatte Rosy.

Pronta la risposta dell’organizzatrice, che con un video rassicura: “Il quesito è stato depositato il 19 aprile, ammesso e pubblicato in Gazzetta. Esiste solo un problema relativo a quando potremo depositare le firme che sono tantissime”.

Così i referendum anticasta potrebbe andare a singhiozzo: non c’è solo questa iniziativa in campo, ma almeno quattro. Il Comitato del Sole, che su Facebook ha raccolto circa un milione di “mi piace”, chiede l’abolizione di tutti i privilegi parlamentari. Ma non c’è due senza tre. Ed ecco che l’Associazione Amici dell’Istituto Luigi Sturzo promuove la raccolta firme per la “proposta di legge di iniziativa popolare sul finanziamento della politica”. Mentre il comitato “Quorum Zero più democrazia” che ha come obiettivo di modificare alcuni articoli della costituzione italiana e introdurne nuovi, per migliorare gli strumenti di democrazia diretta. Insomma, si moltiplicano iniziative più o meno temerarie, sprovvedute o disperate di referendum anticasta. In attesa che i parlamentari diano il buon esempio e ci pensino da soli.

di Thomas Mackinson e Caterina Perniconi

da Il Fatto Quotidiano del 13 luglio 2012

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