Con la conferma ormai definitiva del nuovo presidente, si sta per chiudere la travagliata vicenda dei vertici Rai. Restano aperti, invece, i problemi legati alle nomine del servizio pubblico televisivo e, più in generale, al ruolo del piccolo schermo in Italia. Non solo la Rai, infatti, ma la televisione in generale hanno tuttora un ruolo cruciale nell’informazione italiana. Come mostrano i dati del nuovo lavoro di Quattrogatti.info che trovate alla fine dell’articolo, per sette italiani su dieci il piccolo schermo rappresenta la prima fonte di informazione su temi di politica nazionale.

Si tratta di un dato che può apparire sorprendente e che spesso si finge di ignorare. Ma è una realtà con cui bisogna fare i conti quando si guarda allo stato dell’informazione. Nonostante, infatti, il clamore legato alla “rivoluzione” digitale, il ruolo di internet in Italia è ancora marginale: meno di un italiano su dieci usa la rete come principale fonte d’informazione e soltanto una famiglia su due, secondo l’Eurostat, ha accesso alla banda larga, un dato che ci posiziona agli ultimi posti in Europa.

La centralità del piccolo schermo, tuttavia, non è una peculiarità solo italiana, dal momento che anche in Europa, se guardiamo alla media dei 27 paesi membri, la televisione rimane nettamente il mezzo più utilizzato per informarsi. La vera eccezione italiana, invece, è il dominio di Rai e Mediaset, che da sole si spartiscono circa i tre quarti dell’audience. A questo si aggiunge il fatto che gran parte della pubblicità (quasi la metà di tutti gli investimenti in Italia nel 2010) viene fagocitata dalla sola televisione.

In questo panorama quasi immutato, si possono riscontrare però dei segnali di cambiamento fra le nuove generazioni. Come segnalato dal Censis, i giovani italiani utilizzano i media in modo completamente nuovo e “onnivoro”: non abbandonano la televisione, ma si informano utilizzando diversi mezzi, fra cui spiccano internet e in particolare i social media.

Si tratta quindi di una tendenza che consente di essere ottimisti per il lungo periodo. Eppure, nel breve periodo la situazione è chiara: l’Italia resta ancora un paese teledipendente. Se non vogliamo aspettare il prossimo ricambio generazionale e per non ritrovarci, come sempre, alle prossime elezioni a riparlare dell’influenza della tv, è urgente agire.

Una nuova regolamentazione del settore dei media rappresenterebbe un passo decisivo. Ma si potrebbe partire anche dalla stessa riforma della Rai e dall’offerta di contenuti del servizio pubblico. La televisione ha rappresentato per decenni uno degli spazi più creativi della società italiana, ma ha progressivamente perso questa vocazione, cedendo alle pressioni della politica. Vista l’attenzione che ancora ottiene tra le famiglie italiane, piuttosto che abbandonarla in favore dei nuovi media, dovremmo impegnarci a ripensarla, magari proprio a partire dalla rete.

di Iginio Gagliardone e Davide Morisi

 Le fonti di informazione e il dominio della televisione

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