Tempo di spending review. Chissà, però, se Enrico Bondi ha pensato di introdurre una nuova voce ai tagli: le nomine dell’ex ministro Renato Brunetta. Una sfilza di nomi che comprendono tra l’altro: amici e coautori di libri, collaboratori di fiducia, segretarie, il commercialista personale e tutti i vertici della sua fondazione politica. Tanti, sarà un caso, i veneziani. Un groviglio di personaggi planati in cda e collegi sindacali di società pubbliche per una spesa di milioni. La lista, pur incompleta, è molto lunga.

Dipartimento della Funzione Pubblica – Basta leggere il sito del Governo per rendersi conto della brillante carriera del professor Leonello Tronti durante il governo Berlusconi: per lui quattro nomine succulente nel solo 2010. Ma lui, chi è? Collaboratore stretto dell’ex ministro e con quest’ultimo, anche autore di pubblicazioni. Niente di illecito, ma comunque incarichi di prima fascia nel Dipartimento per almeno 150mila euro l’anno. Proseguiamo: Rodolfo Rodolfi (seconda fascia, 73mila euro) vanta un curriculum lungo quanto Guerra e Pace: vice-presidente dell’associazione Free di Brunetta, “consigliere politico” dell’allora ministro e curatore di prestigiosi volumi per la collana diretta dal duo Brunetta-Feltri (“Coop rosse”, “Veltroni Walter” e “Urne tradite”). Poi incarichi in enti pubblici, Asl, acquedotti. E ancora, e ancora. Un eclettico, insomma.

Sspa – Altre sorprese. Giovanni Tria, nominato direttore della prestigiosa Scuola Superiore per la Pubblica Amministrazione (129mila euro l’anno) vanta una collaborazione al Foglio di Giuliano Ferrara e due libri con Brunetta. Alla Sspa approdano anche Francesca Temperini e Anna Maria Massa. “Qualcuno”, come il senatore Pd Pietro Ichino, si è permesso di sollevare una questione: Temperini è stata segretaria del ministro Sandro Bondi, è un’esperta d’arte e avrebbe ottenuto consulenze tra l’altro “in materia di comunicazione istituzionale via web” (totale 60mila euro) per cui “non parrebbe avere competenza scientifica o didattica”. Brunetta in aula rispose che la dottoressa era un’esperta di beni culturali di grande preparazione e capacità. E zitti tutti.

Agenzia per l’innovazione – Torniamo ai libri: “Maledetto spread” è un’altra opera della lunga bibliografia di Brunetta. Tra i curatori, anche Renato Farina e, soprattutto, Davide Giacalone. Giornalista, molto stimato dall’ex ministro (anche lui è nella fondazione), tanto da volerlo piazzare ai vertici della Digit (la società pubblica che si occupa di informatizzazione). Una nomina bocciata dal Parlamento. Forse pesarono le numerose inchieste in cui fu coinvolto negli anni Novanta. Arrestato, fu poi assolto e prescritto.

Niente Digit, quindi, ma Giacalone plana alla presidenza dell’Agenzia per l’Innovazione (73mila euro l’anno) che oggi rischia di essere smantellata. Il direttore generale è Mario Dal Co, “collaboratore di Brunetta” secondo le interrogazioni di Linda Lanzillotta (Pd), con un incarico da 140mila euro l’anno. Nel Collegio sindacale dell’Agenzia si trovava anche Michele Zuin, già rappresentante veneziano dell’Unione Ciclisti e oggi capogruppo Pdl al Comune di Venezia: è indicato dalle cronache come “factotum della campagna elettorale (perdente, ndr) di Brunetta” per diventare sindaco della Serenissima. Una nomina del 2008. Nel 2010 gli succede il fratello Maurizio, mentre Michele Zuin si sposta a Formez (centro studi per la formazione della pubblica amministrazione). I compensi? “Sono una questione personale”, si limita a dire Michele Zuin.

Formez – Secondo Amalfitano dal 1975 al 2009 è stato ininterrottamente nel Comune di Ravello (come consigliere comunale e sindaco con un passato nel centrosinistra. “Particolare” scomparso nel curriculum ufficiale) per diventare nel giugno 2008 “consigliere per le autonomie locali e l’innovazione di Brunetta. Dal 31 luglio 2009 presidente di FormezItalia”. Incarico da 219mila euro l’anno. Amalfitano da Ravello sbarca a Roma e intanto l’amico Brunetta, rimasto a spasso, nel dicembre scorso diventa presidente della Fondazione Ravello. Poltrona ambitissima. Sempre a Formez: Claudio Lenoci è approdato nel collegio sindacale dopo un passato come sottosegretario dei governi Andreotti e Amato. Un socialista dell’epoca , come peraltro Brunetta. Secondo il Corriere, Lenoci patteggiò una pena all’epoca di Tangentopoli nello scandalo della cooperazione. Continuiamo con nomi noti e meno noti, come Federica Bonfirraro, segretaria di Brunetta anche lei a Formez (26mila euro).

Aran – All’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni è arrivato Enrico Mingardi (93mila euro l’anno), ex assessore della giunta veneziana di Massimo Cacciari passato poi a sostenere Brunetta nella corsa a sindaco.

Digit – Nel comitato direttivo dell’ente per la digitalizzazione delle p.a. troviamo oltre al presidente, lo studioso Francesco Beltrame (200mila euro l’anno), l’avvocato Giuliano Sala (140mila euro), ma soprattutto Giuliano Urbani (140mila euro l’anno), uno dei fondatori di Forza Italia, nonché per due volte ministro con Berlusconi. Che avrebbe già diritto a una pensione parlamentare di 6.590 euro. Il direttore generale di Digit è l’ingegnere Giorgio De Rita (158mila euro), secondogenito di Giuseppe De Rita del Censis. Un altro amico di Brunetta? “Conosco il ministro da vent’anni, era consigliere del Cnel quando mio padre presidente”. Tra i revisori dei conti della Digit fino a pochi mesi fa il commercialista Canio Zampaglione. Scusi dottore, ma lei non era anche il commercialista personale di Brunetta? “Sì – risponde al Fatto – ma sono stato scelto per la mia esperienza quarantennale”. Ma era anche il presidente della Free Foundation di Brunetta? “Sì”. E sua figlia Oriana, direttore tra l’altro anche della Free Foundation, durante l’era Brunetta non è diventata uno dei capi del personale della Digit? “Ha avuto un piccolo incarico, ma è un compito di seconda linea. Tutto regolare”.

di Alessandro Ferrucci e Ferruccio Sansa

da Il Fatto Quotidiano del 5 luglio 2012

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