I suoi 6×3 avevano già riempito le plance della città da settimane. Faccia pulita, il simbolo della lista “Grande Lecce”, il sostegno al sindaco uscente pidiellino Paolo Perrone. L’imprenditore Carlo Quarta, però, ha deciso di fare un passo indietro per “lasciare libera la scena dalle strumentalizzazioni”, visto che la procura di Bari lo ha iscritto nel registro degli indagati per frode sportiva. Rinuncia, dunque, alla campagna elettorale attiva lui che, per gli inquirenti, è il “mister X” che ha consegnato al capitano dei biancorossi, Andrea Masiello, la mazzetta che avrebbe comprato il derby salvezza. E così da queste ore Lecce conta, almeno nei fatti, un candidato consigliere in meno sui 606 in corsa per uno scranno a Palazzo Carafa.

Ecco, non bastavano le inchieste giudiziarie storiche sul filobus e i palazzi di via Brenta. Ad abbattersi come un uragano sul confronto elettorale salentino ci mancava solo lo scandalo calcioscommesse con i suoi inevitabili strascichi. Troppo piccola la città per non subirne i contraccolpi. Ma, allo stesso tempo, troppo importante il suo peso politico in Puglia perché questi non si trasformino, in questo momento, in terreno di scontro. Per quanto all’inizio Lecce, tutta intera, abbia cercato di ignorare le dichiarazioni di Masiello e dei suoi “boys”, adesso il clima è teso. Per ovvie ragioni, lo è anche quello elettorale. Non è dato sapere, ancora, se e quanto i malumori peseranno sul voto.

Di sicuro, però, hanno sgualcito quell’aria di festa e la febbre di ottimismo in cui il centrodestra ha vissuto a partire dal 26 febbraio, data delle primarie da record della sua coalizione: 17.400 elettori che hanno incoronato Perrone con l’83% delle preferenze. Numeri da far impallidire il centrosinistra, che, attraverso primarie con 10mila votanti in meno, aveva già scelto Loredana Capone. Lei, vicepresidente della Regione Puglia, ha già pubblicato il suo primo sondaggio, che la dà sotto di dodici punti rispetto a Perrone, il quale, però, non riuscirebbe a vincere al primo turno. E c’è proprio questo dato alla base della strategia di rendere note le percentuali sondate: uno scatto di reni richiesto ai propri simpatizzanti per rendere più probabile il ballottaggio, su cui si punta tutto.

Anche perché, se la Capone riuscisse ad arrivarci, lo farebbe con un accordo, che tutti danno per già concluso, con l’Udc. Per adesso, il partito di Casini è nel guado. Dopo lo smembramento fulmineo del Terzo Polo, ha scelto di sostenere il docente universitario Luigi Melica, candidando, tra gli altri, anche l’ex tronista di Maria De Filippi Giovanni Conversano, “voluto – come dice lui stesso – da Lorenzo Cesa in persona per dare un segnale di cambiamento”. Il 6 e 7 maggio, poi, si presenteranno anche Maurizio Buccarella per il Movimento 5 Stelle, Antonio Capone con la civica “Verso Lecce” e Andrea Valerini, nome last minute di Alternativa Comunista.

Certo, non sarà facile per il centrosinistra, neppure con la benedizione di Nichi Vendola, espugnare la roccaforte azzurra di Puglia, dove sono ancora molto forti le influenze dell’ex ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e dell’ex sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano.

L’operazione, invece, potrebbe riuscire nella vicina Brindisi, città commissariata dopo l’uscita di scena, per ragioni di salute, del sindaco Domenico Mennitti, tra i fondatori e ispiratori di Forza Italia. Il suo delfino ed ex vice in quota Pdl, Mauro D’Attis, corre con sette liste e dovrebbe avere la strada agevolata dallo stop, sul nastro di partenza, subito da Antonio Carito e Nando De Giosa, candidati rispettivamente per Brindisi Futurista e Partito delle Aziende, liste non ammesse per difetti di documentazione.

Eppure, potrebbe non essere sufficiente. Come potrebbero non bastare un fronte ambientalista spaccato tra i nomi di Roberto Fusco e Riccardo Rossi e un centrosinistra frantumato. Da un lato, infatti, c’è Giovanni Brigante, consigliere regionale eletto con “La Puglia per Vendola” ma dal partito di Vendola scaricato a favore di Mimmo Consales, per la prima volta in politica ma volto noto, perché giornalista dell’emittente Telenorba. E’ con lui che torna a riproporsi il ticket Pd-Sel-Udc, già realtà al governo della Provincia con Massimo Ferrarese. E’ lui ad essere dato, ora, per favorito. E chissà se qualche altro voto non lo avrà racimolato sul sagrato della chiesa di Santa Chiara, nel giorno di Pasqua, quando, finita la Messa solenne, l’amico sacerdote lo ha presentato ai fedeli, battezzando così un’altra polemica.ù

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