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“L’Italia? E’ saccheggiata dalle tribù”: Famiglia Cristiana e lo scandalo dei tesorieri

L'analisi del settimanale cattolico sui casi Lusi e Belsito: "Baratro dilagante di corruzione e appropriazione indebita delle risorse pubbliche in cui siamo precipitati". Ma si moltiplicano le voci della Chiesa. Scola: "Troppa confusione tra gestire e governare". La Cei: "Purificare i partiti"
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Il direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino

“L’Italia è saccheggiata dalle tribù”. E’ l’analisi del settimanale cattolico Famiglia Cristiana della situazione dei partiti dopo lo scandalo “dei tesorieri”, cioè i casi che hanno visto coinvolti gli amministratori della Margherita e della Lega Nord Luigi Lusi e Francesco Belsito.

Il giornale nel “Primo piano” del suo prossimo numero segnala “il baratro dilagante di corruzione e appropriazione indebita delle risorse pubbliche in cui siamo precipitati” a causa della gestione “senza pudore e dignità” del finanziamento pubblico dei partiti. Il periodico diretto da don Antonio Sciortino “i grotteschi scandali legati all’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, imputato di aver sottratto fondi per venti milioni di euro al suo ex partito, e le squallide vicende dell’omologo della Lega Francesco Belsito, fatta salva la presunzione di innocenza, hanno dell’incredibile. Se accertati, i partiti devono cambiare radicalmente”. “Hanno tradito – sottolinea l’articolo – la fiducia dei cittadini” con “impressionante disinvoltura”, attingendo alle tasse degli italiani “per usi privati: auto, ristoranti, viaggi, alberghi, ristrutturazioni di ville, appartamenti”.

“Quando un Paese, come l’Italia, è alle prese con una gravissima crisi economica, che getta nella disperazione numerose famiglie con figli e le fasce più deboli della popolazione, è immorale – rincara la dose il direttore, rispondendo a una lettera – spendere miliardi di euro per le spese militari”. Secondo don Sciortino “la scure va calata, anche pesantemente, là dove si sperperano tante risorse pubbliche. Sull’acquisto delle armi e sull’elefantiaca burocrazia statale. Ma anche sui partiti e i loro cospicui rimborsi, soldi che andrebbero restituiti ai cittadini. Se ancora sussiste nel Paese un briciolo di decenza e dignità”.

Ma all’interno della Chiesa non solo la base è sconcertata da quanto si è potuto leggere fino a oggi sui giornali. C’è per esempio il commento, breve ma chiaro, dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola sulla crisi e gli scandali nei partiti: “Non è un bel segnale”. “E’ un qualcosa – spiega Scola in un’intervista al Tg2 – su cui tutti quanti, a cominciare dai politici, devono riflettere molto attentamente. Forse c’è stata troppa confusione tra il gestire e il governare. La politica non deve gestire la società civile, la deve solo governare”.

Ieri aveva parlato in modo chiarissimo un altro vescovo del “profondo nord” leghista, cioè monsignor Diego Coletti, alla guida della diocesi di Como. “Forse il fatto che ci sia un ricambio al vertice potrebbe aprire una stagione nuova per la Lega, una stagione di riflessione e di dialogo, evitando toni di tipo rivoluzionario ed anti-costituzionale che, forse, hanno fatto anche il male della Lega, in passato”. Secondo il presule (peraltro milanese) “anche alcuni dei militanti leghisti hanno l’impressione di essere stati un po’ traditi”. E aggiunge che oggi “dobbiamo mettere il più possibile in ordine i conti dei partiti – e, in genere, della politica – per auspicare e realizzare una legge che metta gli stessi partiti in grado di vivere una trasparenza che i cittadini, soprattutto in questi momenti di difficoltà, sentono come un’esigenza fondamentale della democrazia”.

Infine sempre, anche senza citare direttamente il caso della Lega Nord, il tema è ripreso anche dall’arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione lavoro della Cei, Giancarlo Bregantini: “Non dobbiamo mollare sull’importanza dei partiti, ma purificarli”. Secondo monsignor Bregantini sono eventi “tristi, tristissimi, di questi giorni, la corruzione che purtroppo si insinua nella dinamica familistica, che prende non solo il Sud ma anche il Nord, colpisce chi crede di esserne esente. Dobbiamo ancor di più rendere limpidi i meccanismi di aiuto e di sostegno dei partiti. Ridare loro la motivazione”. “Anche gli ultimi fatti sono la comprova che guai se manca l’attenzione etica, a tutti i livelli, nessuno può presumere di potere essere esentato da questo impegno – ha concluso Bregantini – Però dopo se ne pagano le amare conseguenze. Bisogna fare in modo che i partiti si sentano impregnati dei problemi della gente. I partiti debbono stare vicino ai problemi della gente perché i problemi purificano i partiti e i partiti possono aiutare a sciogliere i problemi della gente”.

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