Il troncone calabrese dell’inchiesta tocca gli affari della cosca De Stefano. Probabilmente è l’aspetto più importante dell’operazione congiunta delle Procure di Reggio Calabria, Milano e Napoli nell’ambito della quale sono in corso numerose perquisizioni in via Durini, nel capoluogo lombardo, dove avevano numerose società, come la Siram che si occupa di energie rinnovabili e servizi ambientali.

Una società per azioni riconducibile alla cosca di Archi che era in contatto con esponenti della Lega Nord. Oltre al tesoriere del partito di Bossi, Francesco Belsito (originario del vibonese), accusato di truffa ai danni dello Stato, finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio, il provvedimento di perquisizione (firmato dal pm Giuseppe Lombardo) ha interessato anche Paolo Scala, Stefano Bonet «con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord».

Direttamente ai De Stefano sono collegati l’uomo d’affari Romolo Gilardelli, conosciuto con il soprannome di “ammiraglio”, e l’avvocato Bruno Mafrici, entrambi iscritti nel registro degli indagati.

Mafrici, inoltre, è vicinissimo a esponenti della destra eversiva come Vittorio Guaglianone e il boss Paolo Martino, già arrestato nell’operazione “Redoux”.

La Dia di Reggio Calabria sta eseguendo perquisizioni anche in Veneto e in Liguria. Quattordici in tutto i provvedimenti eseguiti su disposizione del sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Lombardo, che ha notificato otto avvisi di garanzia a persone indagate per il reato di concorso in riciclaggio. 
Ad uno degli indagati è stata contestata l’aggravante di cui all’art. 7 per aver agevolato la ‘ndrangheta.

L’inchiesta, avviata nel 2011, punta a scoprire il tesoro della cosca De Stefano che si nasconde dietro anomali flussi finanziari relativi a commesse tra società private e pubbliche, la costituzione di capitali all’estero finalizzati a “pagamenti in nero” e il trasferimento di capitali all’estero (Tanzania e Cipro) per non meglio specificati investimenti.

L’avvocato Bruno Mafrici sarebbe stato il personaggio che curava i rapporti tra imprenditori, politici e lobbisti come Romolo Gilardelli, socio di Belsito ma anche legato a Paolo Martino e Antonio Vittorio Canale.

Le società coinvolte finite nell’inchiesta sono la Siram, la Polare, la Sirano, la Fin.tecno e la Marco Polo. Gli uomini della Dia hanno ricostruito i passaggi milionari tra grandi aziende che si occupavano di consulenza e ricerca. Un giro di soldi e di “regali” anche per il tesoriere della Lega Nord.

Aggiornamento del 19 dicembre 2022
Il gip presso il Tribunale di Reggio Calabria ed il gip presso il Tribunale di Genova, a cui il procedimento era stato trasmesso dal Tribunale di Milano per ragioni di competenza territoriale, hanno disposto l’archiviazione di tutte le accuse originariamente formulate nei confronti di Bruno Mafrici e a cui fa riferimento il presente articolo.

Articolo Precedente

Caso Belsito: “Il denaro dei rimborsi elettorali per cene, viaggi e lavori nella villa di Bossi”

next
Articolo Successivo

Chi è Francesco Belsito, dalle lauree tarocche alla tesoreria della Lega

next