Avete presente la leggenda del suicidio dei Lemming? La storia di quei piccoli roditori, lunghi tra i 7 e i 12 centimetri, che secondo un vecchio documentario della Disney sono soliti ammazzarsi in massa gettandosi dalle rupi?

Ecco, la storia del suicidio dei Lemming non è vera. Ma è bene lo stesso tenerla a mente, mentre si osservano le (assai poco) memorabili gesta dei nostri nominati in Parlamento. Non solo per le dimensioni dei protagonisti – minuscole al pari di quelle dei mammiferi artici – ma soprattutto per il tragico esito di gruppo.

Nelle ultime settimane, quando ormai stava diventando chiaro a tutti come la favola del “nostro Paese sta meglio degli altri” fosse appunto una favola, la nostra classe politica è riuscita a mettere in fila una serie di colpi che avrebbero distrutto la credibilità anche di un santo. Niente abolizione delle province, nessun taglio ai costi della Casta, aumento delle tasse e scandali a ripetizione.

Poi la trovata finale. Nata proprio nelle ore in cui i tassi d’interesse sui titoli di Stato volavano oltre il 6 per cento, rendendo pressoché certa un’ulteriore manovra lacrime e sangue da far scattare in autunno.

È in quel momento che nella riunione dei capigruppo della Camera ci si mette a discutere sulla durata delle ferie. Con il Pd Dario Franceschini che preme perché Montecitorio riapra i battenti il 5 settembre, e l’ex massone ed ex socialista Fabrizio Cicchitto che, irremovibile, chiede di far rientrare tutti il 12, visto che il 3 settembre cento deputati e senatori andranno in Terra Santa per un pellegrinaggio.

Vince, ovviamente, Cicchitto. Mica si può proporre ai pii parlamentari di anticipare il loro sacro viaggio.

Così, per la gioia degli elettori di destra, di centro e di sinistra, Montecitorio chiuderà per 38 giorni filati, dopo essere rimasta bloccata per 4 settimane tra Natale e Capodanno, ed essersi riunita in media tre volte alla settimana. Un record.

A vedere una simile corsa verso il baratro persino i leggendari Lemming impallidiscono. È ormai evidente che questa storia finirà male. Tutte le volte che le nostre classi dirigenti hanno avuto l’occasione per dare un segnale al Paese (la cosa naturale da dire era: “si deve stringere la cinghia, ma lo facciamo tutti, a partire da noi”), l’hanno bellamente sprecata. E, quel che è peggio, si è arrivati a tentare di prendere in giro gli elettori spacciando per tagli alle spese delle istituzioni (dalle Camere fino alla Presidenza della Repubblica) degli interventi che invece stabilivano semplicemente di non aumentarle in futuro.

La vocazione al suicidio di massa, insomma, impera. Il Titanic, per dirla con il futuro ex ministro Tremonti, non cambia rotta. La ciurma si diverte, gli ufficiali ballano, il comandante tace o, attendendo il botto, dice che non c’è da preoccuparsi.

Unica consolazione, per chi ci crede, il pio pellegrinaggio dei nostri sedicenti rappresentanti. Almeno in Palestina, dal 3 a 9 settembre, ci sarà qualcuno che prega. Molto per loro. Ma, arrivati a questo punto (non ci resta che augurarcelo) un poco pure per noi.

PS: dopo le polemiche di ieri, la Conferenza dei capigruppo ha deciso di aprire la Camera nel pomeriggio di martedì 6 settembre. Le ferie estive dei nostri onorevoli scendono così da 38 a 32 giorni. Più ovviamente le 4 settimane di riposo trascorse tra Nateale e Pasqua .

Post aggiornato alle ore 18.30 di mercoledì 3 agosto

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