L’Olanda è il primo paese europeo ad approvare una normativa a favore della neutralità della rete. Cosa significa? Che le compagnie di telecomunicazione e i grandi provider d’Internet non potranno più discriminare i vari tipi di traffico sulla rete ad esempio imponendo sovrapprezzi per certi servizi (come Skype) e rendere più difficoltosa la navigazione su certi siti (come Youtube).

Fino a oggi solo il Cile si era dotato di una simile legislazione, con l’obiettivo di impedire la creazione di un servizio Internet di serie A e uno di serie B. La nuova legge olandese, che deve passare adesso al Senato, toccherà prima di tutto il settore mobile, dove gli operatori non potranno più bloccare o filtrare il traffico generato dai servizi VoIP (ad esempio Skype). Insomma, lo scopo finale è vietare del tutto il pagamento di queste applicazioni. A sorvegliare sul corretto rispetto della nuova normativa ci penserà l’Authority olandese Opta, che potrà sanzionare le violazioni con multe fino al 10 per cento del fatturato.

Con “neutralità” si intende una rete a banda larga priva di restrizioni sui dispositivi connessi e sul modo in cui operano. In sua assenza, le compagnie di telecomunicazione, proprietarie dei cavi di connessione, potrebbero creare un servizio “a livelli”, una sorta di Internet a due velocità potendo scegliere quali servizi offrire, quali no e quali far pagare. I critici della neutralità la ritengono un ostacolo all’aggiornamento delle reti e dei servizi internet di nuova generazione. Perfino Bob Kahn, tra i primi inventori d’Internet, ritiene che la neutralità della rete bloccherebbe la sperimentazione e i miglioramenti della rete stessa. Ma gli attivisti non sono d’accordo. Secondo loro, le compagnie di telecomunicazione potrebbero tendere a discriminare tra i vari tipi di traffico, introducendo pagamenti per i produttori di contenuti sgraditi o concorrenti. Insomma il rischio è che se non si paga, il servizio possa essere scadente o, peggio ancora, non vi si possa del tutto accedere. Si potrebbe essere costretti a scegliere un provider internet sulla base dei contenuti (siti web, servizi VoIP, ecc..) senza avere completa libertà di navigare sulla rete.

A spingere per la non neutralità sono ovviamente i grandi provider, che si stanno facendo sentire soprattutto negli Stati Uniti, dove si sta valutando l’introduzione di un servizio Internet a due velocità, riforma che ovviamente avrebbe delle ripercussioni in tutto il mondo. Certo non mancano le grandi società ad opporsi, notoriamente i browser, i motori di ricerca e di vendita online come Google, Microsoft, eBay e Amazon. Secondo Google, infatti, “la network neutrality è il principio per cui gli utenti di internet dovrebbero avere il controllo su cosa possono vedere e quali applicazioni vogliono usare su internet”.

In Italia non c’è una vera e propria normativa sulla neutralità. Gli internauti hanno però diritto di sapere se il proprio operatore mette in atto qualche tipo di restrizione al traffico. E’ il caso di Tele 2 multata dall’Antitrust per pratiche commerciali scorrette poiché non aveva comunicato adeguatamente ai consumatori l’esistenza di filtri per i protocolli peer to peer.

Nemmeno in Europa la legislazione sulla neutralità della rete è ben definita. Se ne sta discutendo all’interno del cosiddetto “Telecoms Package“, un complesso gruppo di cinque direttive volte a disciplinare il sistema delle comunicazioni elettroniche. Ed è proprio qui che il passo in avanti dell’Olanda potrebbe farsi sentire. La commissaria Ue all’Agenda digitale Neelie Kroes, tra l’altro olandese, potrebbe essere spinta a garantire la neutralità della rete in tutta Europa, ma la legislazione si troverebbe per forza di cose a fare i conti con quelle d’Oltreoceano.

Secondo Monique Goyens, direttrice generale dell’European Consumers’ Organisation (Beuc), la decisione dell’Olanda è “un punto di riferimento che tutta l’Unione europea dovrebbe seguire”. “Contrariamente all’attuale pacchetto Telecom Ue e all’approccio anglosassone, dove per la trasparenza della gestione del traffico è stato fatto troppo poco, il governo olandese ha deciso di salvaguardare il diritto degli utenti di accedere ai contenuti, servizi e applicazioni di loro gradimento”. In una lettera aperta al Parlamento europeo, una ventina di associazioni italiane (tra cui gli Amici di Beppe Grillo) hanno chiesto agli eurodeputati di “agire con decisione nel corso del negoziato in corso sul Pacchetto Telecom, al fine di garantire un Internet libero, aperto e innovativo, e per salvaguardare le libertà fondamentali dei cittadini europei».

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