La svolta per Forlì? “Puntare sul Ventennio”. Si fa strada, ormai, il progetto per rendere a tutti gli effetti la città romagnola “capitale” dell’architettura fascista. Grazie al progetto “Atrium”, Forlì prevede di non sborsare un centesimo perché è riuscita a convincere l’Europa ad aprire il portafogli. Sul piatto c’è circa mezzo milione di euro per 30 mesi, fondi che oltre che sul capoluogo (destinatario di 390 mila euro circa) pioveranno su Castrocaro e, naturalmente, su Predappio.

Per convincere Strasburgo, Forlì si è agganciata al tram ad “Atrium”, che coinvolge altri Paesi dove esistono tracce architettoniche dei regimi totalitari: nell’ordine, Slovenia, Bulgaria, Ungheria, Albania, Slovacchia, Grecia, Serbia, Bosnia, e in prospettiva pure Germania, Spagna e Portogallo.

Le grandi manovre sono già partite. L’obiettivo è farsi riconoscere grazie ai resti del periodo fascista come una vera e propria “tratta culturale”, sul modello della via Francigena o del cammino di Santiago di Compostela. In municipio a Forlì, intanto, fino a domani nella sala del consiglio è di scena un convegno per avviare la grande corsa, con esperti invitati da tutta l’Europa.

Nella borsa dei finanziamenti non entrano i restauri, che restano di fatto un capitolo a parte. È il caso dell’ex Gil, la casa della gioventù italiana del littorio in viale della Libertà, progettata nel 1934 dall’architetto Cesare Valla e trasformata nel cinema Odeon. Il cantiere qui è più che mai in corso da tre anni a questa parte, con l’obiettivo di restituire al monumento tutto il suo “splendore”.

La deadline per completare i lavori è fissata alla primavera del 2013, una scadenza perfettamente in linea con la tempistica del progetto “Atrium” (entro un biennio a partire da oggi, del resto, la Fondazione Cassa dei Risparmi locale intende focalizzare le mostre al museo San Domenico proprio sul Novecento).

Tutta l’area circostante alla vecchia casa della gioventù, in ogni caso, resta “marchiata a fuoco” dal periodo fascista: oltre che dell’intervento alla Gil, il Comune prevede entro la stessa primavera 2013 la messa a norma antisismica del complesso degli studi che si affaccia su via della Libertà, via Michelangelo e piazzale della Vittoria. L’assessore alla cultura, il britannico John Patrick Leech, conferma la scelta sui “gioielli” da valorizzare.

“Indubbiamente”, dice, “l’ex Gil e il palazzo degli studi di piazzale della Vittoria, la porta della città. È ovvio, però, che c’è molto altro: spetterà solo all’Europa ogni decisione finale. Ora ci aspettano mesi di lavoro, perché dovremo presentare al Consiglio d’Europa un autentico dossier di studi sui nostri monumenti, un bel lavoro”.

Nel frattempo, il professor Ulisse Tramonti, che si occuperà degli aspetti scientifici del progetto, ritiene che il giuramento dei balilla sulla torre dell’ex Gil in viale della Libertà non andrebbe toccato. Secondo lui, “cancellare i segni di un vecchio regime, a maggior ragione se ha causato guerre, morti e sofferenze, è ormai una tendenza consolidata. Io la scritta in questione, però, non la toccherei. Almeno lasciamo l’impronta così come è ora, se non proprio i caratteri”.

A esultare sull’iniziativa di Forlì “capitale” è il Pdl, anche e soprattutto per alcuni dei suoi più noti esponenti ex Msi. “Accogliamo con grande soddisfazione l’istituzione, da noi fortemente voluta, del comitato sull’architettura del Ventennio fascista, ma tale comitato deve poter contribuire fattivamente, in sinergia con le scelte della giunta comunale, alla tutela e alla valorizzazione dei numerosi beni culturali d’epoca fascista presenti nel territorio forlivese”, esordiscono in una nota i consiglieri Stefano Gagliardi, Alessandro Spada e Fabrizio Ragni.

I tre rilanciano chiedendo al sindaco di Forlì Roberto Balzani, del Pd, di seguire la strada Unesco. “Tale patrimonio”, sostengono, “presenta tutte le caratteristiche necessarie per poter far parte della lista dei beni tutelati dall’Unesco, con particolare riferimento all’autenticità, integrità e straordinaria importanza per qualità e numero”.

“Per queste ragioni”, aggiungono Gagliardi, Spada e Ragni, “chiediamo al sindaco di Forlì, attraverso un’interrogazione urgente, se non ritenga opportuno attivarsi con rapidità per iniziare tutte le procedure necessarie affinché l’area posta tra piazzale della Vittoria e viale della Libertà possa essere inserita nella lista dei beni tutelati dall’Unesco”.

L’occasione – incalzano i tre esponenti Pdl – è buona per chiedere anche “quando inizierà il restauro della statua di Icaro, simbolo della città, ma da anni ridotta in condizioni vergognose e indecorose”.

Carlo Kovacs

Articolo Precedente

Regione, soldi all’aeroporto
Ma le compagnie fuggono

next
Articolo Successivo

Laicità per molti, ma non per tutti

next