La cronaca del 30 marzo 2011

21.11 – Agenzia ufficiale Tap: “ministro degli Esteri Libico fuggito a Londra”

Il ministro degli Esteri Libico Mousa Koussa, fedelissimo di Muammar Gheddafi ed ex capo dei servizi segreti di Tripoli, è scappato oggi a Londra. Lo riferisce l’agenzia ufficiale tunisina Tap. Koussa era gia da ieri a Tunisi.

20.29 – Al-Jazeera, ministro degli esteri avrebbe lasciato il paese

Il ministro degli Esteri libico, Moussa Koussa, avrebbe lasciato il Paese: lo ha riferito l’emittente televisiva pan-araba ‘al-Jazeera’, citando proprie fonti non meglio specificate. A Bengasi, principale roccaforte degli insorti, l’indiscrezione diffusa dalla televisione con sede nel Qatar è stata accolta da scene di giubilo: la folla assiepata davanti a un maxi-schermo allestito nella principale piazza cittadina ha applaudito ed esultato, considerandola un segnale di cedimento del regime di Muammar Gheddafi. In giornata il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, aveva affermato che all’interno della cerchia più ristretta di Gheddafi si starebbero registrando “le prime defezioni”. Fonti dell’opposizione libica rendono noto che Koussa potrebbe essere a Londra. Era di poche ore fa la notizia, attribuita a fonti del governo tunisino, che Koussa ieri aveva incontrato a Djerba funzionari del governo francese. Koussa era arrivato lunedì in Tunisia attraverso il valico di frontiera di Ras Jedir in una visita che era stata descritta come “privata” dal ministero, degli Esteri tunisino.

20.19 – Chavez: “No asilo a Gheddafi”

Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha escluso per il momento di offrire asilo a Muammar Gheddafi il quale, ha ricordato, “in diverse occasioni ha ripetuto che non se ne andrà dalla Libia”, e che d’altra parte “fa quello che deve fare”: cioè “resistere” di fronte a quella che lo stesso leader di Caracas, a margine di una visita in Uruguay, ha bollato come una “aggressione imperialistica”. Chavez ha aggiunto che “non è giustificato che una coalizione di Paesi bombardi” la Libia, tenendo però a precisare che ciò vale “a prescindere dal fatto di condividere o meno quello che Gheddafi fa o dice”.

20.14 – Portavoce Obama, “Atteggiamento del Cnt è incoraggiante”

L’atteggiamento del Cnt, il governo provvisorio dei ribelli in Libia, “è incoraggiante”, da quanto si è capito dagli incontri di ieri a Londra. Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney.Rispondendo ad una domanda sull’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti dell’opposizione in Libia, Carney ha riconosciuto che non tutti i movimenti anti-Gheddafi “sono amici degli Stati Uniti”. Washington – ha precisato il portavoce del presidente Usa Barack Obama – cerca il contatto con chi si impegna a difendere i diritti umani, vuole elezioni libere, è tollerante ed accetta una transizione democratica. “Il Cnt – ha precisato Carney – ha avuto un atteggiamento incoraggiante da questo punto di vista”.

19.08 – Regime espelle giornalista Reuters

Il regime di Tripoli ha espulso un corrispondente della Reuters, Michael Georgy, che lavorava nella capitale libica sin dal 28 febbraio. “Deploriamo la decisione delle autorità libiche di espellere il nostro corrispondente e anche il fatto che non sia stata fornita alcuna spiegazione per la sua espulsione”, ha commentato il Direttore della Reuters, Stephen Adler. Georgy e un fotografo dell’agenzia britannica erano stati arrestati e detenuti per diverse ore all’inizio del mese, dopo aver tentato di raggiungere Misurata, teatro di massici bombardamenti da parte delle artiglierie del Colonnello.

18.44 – Bbc, Gheddafi attacca Ajdabiya

La città di Ajdabiya, a 16 km dalla costa mediterranea e a 154 km da Bengasi, è nuovamente sotto l’attacco delle truppe fedeli al colonnello Muammar Gheddafi. E’ quanto riferisce la Bbc, che cita alcuni testimoni. Nel pomeriggio si è diffusa la notizia di un’avanzata delle truppe del colonnello verso la città di Brega, mossa che avrebbe spinto intere famiglie del posto a una fuga proprio in direzione di Ajdabiya.

18.40 – Frattini a Bbc, esilio Gheddafi in Italia? E’ esclusa

Il ministro degli Esteri Franco Frattini esclude “categoricamente” che Muammar Gheddafi possa venire in esilio in Italia. “Lo escludiamo categoricamente”, ha risposto infatti il titolare della Farnesina ieri in un’intervista concessa alla Bbc in occasione della conferenza di Londra, “perchè non vogliamo avere un dittatore”. Secondo il ministro, Gheddafi “dovrebbe comparire” davanti alla Corte penale internazionale perché “nessuno può garantirgli l’impunità”.

18.30 – Frattini a Bbc, da Berlusconi ‘umana pietas’ per Gheddafi

Silvio Berlusconi ha avuto verso ilcolonnello Gheddafi un moto di “umana pietas” quando ha detto di sentirsi addolorato per lui. Lo ha affermato il ministro degli Esteri Franco Frattini intervistato ieri dalla Bbc in occasione della conferenza di Londra sulla Libia. Il premier “ha fatto una distinzione tra gli orribili crimini che Gheddafi ha commesso e un senso di pietà, di umana pietas, che va riservato ad ogni essere umano”, ha risposto infatti il titolare della Farnesina all’intervistatore che gli chiedeva del perchè Berlusconi si fosse detto ‘dispiaciutò per il colonnello.

18.19 – Il Guardian conferma: “Brega ripresa da Gheddafi”

La città di Brega, importante terminal petrolifero della Cirenaica a 250 chilometri da Bengasi, è tornata nelle mani delle forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi. E’ quanto riferisce l’inviato del Guardian, aggiungendo che le truppe del regime stanno ora avanzando verso Ajdabiya. Secondo testimoni citati dalla Bbc, è già sotto un attacco dei militari di Gheddafi contro Ajdabiya. La situazione torna in questo modo al punto in cui era il 26 marzo, prima della grande rimonta degli insorti.

18.18 – Ministro degli Esteri libico: “Armare gli insorti sarebbe terrorismo”

Il ministero degli Esteri libico ha bollato l’ipotesi di fornire armi agli insorti come una palese violazione delle risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sottolineando inoltre che cio’ equivarebbe a prestare aiuto ai “terroristi”. In un comunicato ripreso dall’agenzia di stampa ufficiale ‘Jana’, in cui implicitamente si prende di mira soprattutto la Francia, si afferma infatti che “fornire assistenza militare a bande armate e’ contrario alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, e va a sostegno del terrorismo, come comprovato dal fatto che le bande armate di Bengasi appartengono a ‘al-Qaeda’ e ad altre organizzazioni terroristiche”. Ieri il capo della diplomazia francese, Alain Juppè, a margine della conferenza di Londra sulla Libia aveva affermato che il suo governo sarebbe pronto a discutere con gli alleati circa l’eventualità di arnare i rivoltosi.

18.01 – Colloqui di Frattini con Germania e Qatar

I seguiti della conferenza di ieri a Londra sulla Libia sono stati oggetto di alcuni contatti telefonici avuti oggi dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, con alcuni partner internazionali. Lo ha reso noto la Farnesina, secondo cui Frattini in particolare ha avuto un colloquio con l’omologo tedesco, Guido Westerwelle, e con il premier e ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Hamad bin Jabr al-Thani. Con entrambi il capo della diplomazia italiana ha commentato gli ultimi sviluppi relativi alla situazione in Libia, e ha condiviso le riflessioni sul futuro politico del Paese nord-africano

17.43 – Caccia francesi colpiscono sito difesa antiaerea

I caccia francesi hanno colpitoieri “un sito di missili anti-aerei” del regime di Muammar Gheddafi a un centinaio di chilometri a sud-ovest di Tripoli: lo scrive oggi lo Stato maggiore dell’esercito sul sito internet del ministero della Difesa francese. All’operazione, hanno partecipato pattuglie di Rafale, Mirage 2000D e Super-Etendard, oltre che un Awacs e quattro aerei cisterna C135.
Inoltre, l’aeronautica transalpina ha colpito, sempre ieri, un “deposito di munizioni nella regione del Gharyan”, un centinaio di chilometri a sud di Tripoli. Infine, “due pattuglie congiunte composte da due Mirage 2000-5 francesi e due Mirage 2000-5 del Qatar hanno realizzato due missioni di interdizione aerea” a partire dalla base di La Sude, a Creta, per far rispettare la no-fly zone nei cieli libici.

17.14 – Raid aerei su forze del Rais a ovest di Ajdabiya

Un raid aereo contro le forze pro-Gheddafi è stato lanciato poco meno di un’ora fa a ovest di Ajdabiya, ha constatato un giornalista dell’Afp.

16.53 – Ribelli: “Forze pro-Gheddafi riprendono Brega”

Le forze di Muammar Gheddafi hanno ripreso oggi la città di Brega, nell’est della Libia. Lo hanno riferito all’Afp fonti vicine ai ribelli ad Ajdabiya.

16.26 – Germania ad Usa: “Noi non chiudiamo gli occhi”

La Germania nega di essere una delle nazioni accusate dagli Usa di chiudere gli occhi davanti ai ribelli libici che lottano per rovesciare il regime del colonnello Gheddafi. “Credo sia sufficientemente evidente che la Germania sta prestando attenzione”, ha affermato Christoph Steegmans, un portavoce del governo di Berlino, replicando alla richiesta di un commento alle affermazioni del presidente Usa Barack Obama che ieri aveva affermato che, “ci sono nazioni capaci di chiudere gli occhi davanti alle atrocità commesse in altri Paesi”, aggiungendo che “gli Stati Uniti sono diversi”. La Germania si è astenuta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel voto sull’imposizione della no-fly zone in Libia e ha ritirato le sue unità dalle forze Nato impegnate nel far rispettare la risoluzione Onu.

16.14 – Lega Araba: “Nessuna intenzione di armare i ribelli”

La Lega Araba ha preso oggi le distanze dalla proposta di armare i ribelli contro Muammar Gheddafi formulata ieri dal Gruppo di contatto sulla Libia a Londra. Hesham Youssef, capo del Segretario generale della Lega Araba, ha detto che l’organismo non ha preso alcuna decisione in merito all’ipotesi di fornire armi agli insorti per contrastare l’armata verde. Questa, aggiunto, è un’azione che non rientra nel mandato stabilito dalla Risoluzione 1973 votata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ha imposto una no fly zone per metter fine alla dura repressione messa in atto da Tripoli per sedare la rivolta.

16.09 – Juppè: “Prime defezioni nell’entourage del Rais”

Il ministro francese degli Esteri, Alain Juppè, ha parlato di “prime defezioni” nell’entourage del colonnello libico Muammar Gheddafi, all’indomani della conferenza internazionale di Londra sull’avvenire della Libia. “Si segnalano sul piano politico, e forse questo preannuncia sviluppi positivi, delle prime defezioni intorno a Gheddafi a Tripoli”, ha detto oggi Juppè, nel corso del question time all’Assemblea Nazionale di Parigi. ”Mi interrogate sul destino diGheddafi, pensiamo che non abbia più posto nella costruzione della Libia di domani (…) sta ai libici decidere ed è proprio su questo che noi intendiamo aiutarli”, ha aggiunto Juppè. Ieri, l’amministrazione Usa aveva già parlato di prime defezioni tra i fedelissimi di Gheddafi. Mentre una quarantina di Paesi e organizzazioni riuniti a Londra, hanno dato il proprio consenso quasi unanime a un possibile esilio del Rais da Tripoli.

16.08 – Uganda: “Disposti ad asilo per Gheddafi”

L’Uganda accoglierebbe un’eventuale richiesta di asilo da parte di Muammar Gheddafi. Lo ha riferito l’emittente Al Arabiya. ”Se Gheddafi farà richiesta di asilo in Uganda, prenderemo in considerazione la sua domanda come facciamo con tutti coloro che cercano riparo in Uganda”: lo ha detto alla Reuters il sottosegretario agli Affari esteri ugandese, Henry Okello Oryem, riferendosi alle informazioni diffuse in proposito da Al Arabiya. Il responsabile ha comunque premesso che per ora si tratta solo “di voci” e che in una seduta del consiglio dei ministri svoltasi oggi “abbiamo discusso della Libia ma non dell’asilo”.

16.07 – Nyt: “Amministrazione Obama divisa su armi ai ribelli”

L’Amministrazione del presidente degli Stati Uniti Barack Obama è divisa sull’ipotesi di fornire armi ai ribelli libici: lo scrive con ampio rilievo oggi il New York Times secondo cui è in corso “un acceso dibattito” sulla questione. Citando fonti ufficiali di alto livello, il Nyt scrive che “alcuni temono che fornire armi possa significare un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti in una guerra civile” mentre “alcuni combattenti potrebbero avere legami con al Qaida”. Secondo le fonti, si parla ampiamente della questione in seno alla Casa Bianca, il Dipartimento di Stato ed il Pentagono, e ci sono state richieste molto precise ai servizi di intelligence per tentare di capire qual è la reale presenza di al Qaida tra i ribelli. Al momento non è stata presa ancora nessuna decisione. Ieri il presidente Usa Barack Obama ha detto di non escludere l’ipotesi di fornire armi ai ribelli (ma si potrebbe anche scartarla), mentre il segretario di Stato Hillary Clinton ha indicato che nessuna decisione è stata ancora presa. Al Senato, il comandante in capo delle forze Nato, l’Ammiraglio James Stavridis, è stato il primo a non escludere la presenza di al Qaida tra i ribelli libici.

16.05 – Tv di Stato libica: “Liberate dagli insorti Harawah e Bin Jawa”

La tv di stato libica sta trasmettendo le immagini di alcune città costiere che sarebbero tornate in mano alle forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi. Un uomo armato avvolto nella bandiera verde della Jamahiriya spiega alle telecamere che “non ci sono più ratti da al-Harawah fino a Bin Jawad”. L’emittente trasmette anche alcune immagini che, a suo dire, testimoniano gli effetti devastanti di un raid delle forze di coalizione a Misurata.

15.52 – Forze pro-Gheddafi pongono fine al blocco del porto di Misurata

E’ stata posta fine al blocco del porto di Misurata imposto dalle forze pro-Gheddafi, consentendo così l’arrivo di aiuti via mare e l’evacuazione di feriti. Lo ha annunciato un portavoce dei ribelli. Contattato per telefono, ha precisato che la fine del blocco da parte delle forze di Gheddafi – oltre all’evacuazione di feriti – consente l’arrivo di due navi di aiuti umanitari. Nel confermare che ieri i lealisti hanno ucciso 18 civili, il portavoce ha riferito che le truppe pro-Gheddafi continuano a sparare colpi di artiglieria e ad ingaggiare scaramucce con i ribelli .

15.08 – Forze lealiste a Uqaylah, marciano verso Brega”

Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi hanno raggiunto la cittadina di Uqaylah, a est di Ras Lanuf, e si dirigono verso Brega, importante terminal petrolifero della Ciranaica. Lo riefrisce l’inviato della tv araba ‘al-Jazeerà, che si è spostato con i ribelli verso Brega, a 250 chilometri di distanza da Bengasi. Questa mattina i ribelli avevano ripiegato su Ras Lanuf, non riuscendo a fermare l’avanzata delle truppe di Gheddafi.

14.43 – Jana, cause ad aziende che fanno affari con i ribelli”

Il governo libico farà causa a qualsiasi azienda internazionale che concluderà affari con i ribelli nel settore dell’energia. Lo riferisce l’agenzia Jana.

14.01 – Hrw: “Truppe Gheddafi usano mine antiuomo”

Le truppe del colonnello libico, Muammar Gheddafi, utilizzano mine antiuomo durante le operazioni militari contro gli insorti. E’ quanto denuncia l’ong internazionale ‘Human Rights Watch’in un rapporto pubblicato sul suo sito web, secondo cui mine antiuomo e anticarro sono state rinvenute alla periferia di Ajdabiya, città dell’est della Libia teatro da giorni di violenti scontri tra forze lealiste e ribelli. A far scattare l’allarme, riporta Hrw, è stata l’esplosione di due mine antiuomo al passaggio di un camion nei pressi di Ajdabiya. Gli ordigni erano stati collocati nei pressi di alcuni piloni elettrici, all’esterno del centro cittadino. Nessuna persona è rimasta ferita nell’esplosione, è precisato nel rapporto, ma l’episodio ha rischiesto l’intervento di un team specializzato che ha disinnescato decine di mine nell’area. “La Libia dovrebbe immediatamente fermare l’utilizzo di mine antiuomo, che la maggior parte del mondo ha messo al bando anni fa”, ha affermato Peter Bouckaert, direttore per le emergenze di Hrw. Le dichiarazioni di Bouckaert si riferiscono al Trattato di Ottawa del 1994 e di uno successivo del 1997, che vietano l’uso, la produzione e la vendita di mine antiuomo e che è stato firmato dalla maggior parte delle nazioni del mondo. La Libia figura tra i paesi che non hanno siglato i trattati.

13.44 – Gb, espulsi cinque diplomatici libici

La Gran Bretagna ha espulso cinquediplomatici libici dal Regno Unito. Lo ha reso noto il ministro degli esteri William Hague alla Camera dei Comuni. Hague ha detto che ieri una missione diplomatica britannica si è recata a Bengasi: era guidata da Christopher Prentice, l’ambasciatore a Roma. Tra i diplomatici esplusi c’e’l’addetto militare.  I cinque – ha detto Hague – potevano porre “un pericolo per la nostra sicurezza”.

13.41 – Incontro Francia-Cina: “Uso della forza no è soluzione”

La storia ha mostrato ripetutamente che l’uso della forza non è la risposta ai problemi, ma li rende solo più complicati. E’ quanto ha affermato il presidente cinese, Hu Jintao, commentando la crisi libica. “Il dialogo e altri mezzi pacifici sono l’unica via per la risoluzione dei problemi”, ha detto Hu che ha incontrato a Pechino il presidente francese Nicolas Sarkozy.

13.31 – Medici, Misurata: 18 morti per attacchi forze Gheddafi

Gli attacchi delle forze fedeli al leader libico Muammar Gheddafi hanno causato a Misurata la morte di 18 persone. Lo affermano fonti sanitarie della città libica.

13.30 – Ribelli, Misurata sotto il fuoco delle truppe di Gheddafi

L’artiglieria delle forzepro-Gheddafi attacca Misurata con razzi e cannoni dei carri armati. Lo hanno reso noto gli insorti.

12.59 – Bulgaria invia unità navale a sostegno embargo armi

Il governo bulgaro ha deciso l’invio della fregata Drazki a sostegno dell’embargo armi contro la Libia. L’unità navale che parteciperà all’operazione Nato ‘Unified Protector’ nel Mediterraneo, ha riferito il servizio informazioni del governo di Sofia, arriverà il 15 aprile per una missione della durata massima di 3 mesi.A bordo, tra i 160 uomini di equipaggio, anche un gruppo di 12 militari delle operazioni speciali.

12.36 – Ribelli, ritirata tattica da Ras Lanuf

“Abbiamo deciso di effettuare una ritirata per motivi tattici dalla città di Ras Lanuf, lungo la via che porta a Brega”. E’ quanto ha affermato una fonte dei ribelli libici alla tv araba ‘al-Jazeera’. “Abbiamo deciso di posizionarci in questa zona – ha affermato – per creare difficoltà alla linea di rifornimento delle brigate di Muammar Gheddafi, costringendole a esporsi ai raid aerei alleati, per poi riprendere l’offensiva”. La fonte ha confermato che questa mattina i caccia della coalizione hanno effettuato raid contro i carri armati delle truppe fedeli al regime nella zona di Uqaylah, tra Ras Lanuf e Brega, nell’est del Paese.

12.35 – Jana, bombardata fabbrica materie plastiche vicino a Tripoli

L’agenzia di stato libica Jana ha annunciato che i caccia della Coalizione internazionale hanno bombardato una fabbrica di materie plastiche nella città di Surman, a ovest di Tripoli. I raid aerei risalgono a ieri, secondo quanto riferisce l’agenzia del regime. “Tutti i libici e gli ambasciatori della Grande Jamahiriyah nel mondo sanno che era un sito civile, non una postazione militare, situata in una zona residenziale. E vicino ad essa non c’era alcuna postazione militare”, si legge sulla Jana.

12.07 – Nato, dall’alba avviato passaggio comando

La Nato ha cominciato dastamattina all’alba a lanciare i primi ordini operativi a destinazione delle unità impegnate nella campagna aerea libica, con la prospettiva di compiere il passaggio di consegne del comando delle intere operazioni in tempi molto rapidi. La transizione tra la ‘coalizione dei volenterosì e l’Alleanza si sta svolgendo “gradualmente”, ha riferito una portavoce, confermando che “tutto si sta svolgendo come previsto”.
Il generale canadese Charles Bouchard, nominato a capo della missione Nato, la cui base di comando è a Napoli, sarà ben presto nelle condizioni di annunciare di avere assunto il controllo di tutte le operazioni militari. Con il passaggio sotto la catena di comando della Nato, la missione “Odissea all’alba” è stata ribattezzata “Unified protector” (protezione unificata).

12.04 – Ribelli riprendono Ras Lanuf, raid aerei vicino Uqaylah

I ribelli libici impegnati contro le truppe di Muammar Gheddafi hanno riconquistato Ras Lanuf, porto petrolifero chiave nella ridistribuzione dei poteri in Libia. Lo riferisce la Bbc. Questa mattina al-Arabiya aveva invece diffuso la notizia che le brigate del Colonnello avevano ripreso il controllo di Ras Lanuf, a 220 chilometri da Sirte e a 360 chilometri da Bengasi. Sempre secondo quanto riferisce la Bbc, inoltre, la Coalizione dei volenterosi ha lanciato nuovi raid aerei vicino a Uqaylah, nell’est del Paese. La città si trova tra Ras Lanuf e Brega.

11.58 – Ribelli, Aerei francesi bombardano Ras Lanuf

“Gli aereifrancesi sono arrivati e hanno bombardato le forze di Gheddafi”: così un esponente dei ribelli rientrando dalla prima linea del fronte, Ras Lanuf, oggi riconquistata dalle forze filo-governative.
Un reporter della Reuters conferma di aver sentito gli aerei sorvolare la zona, e di aver udito dei rumori simili a esplosioni, pur non potendo confermare la circostanza, poichè suoni di questo genere potrebbero essere collegati al sorvolo dei jet e non a esplosioni.

11.50 – Ribelli confermano, Gheddafi ha ripreso Ras Lanuf

Insorti libicihanno confermato di essere stati cacciati stamani dal terminal petrolifero di Ras Lanuf da parte delle forze governative, che sono avanzate verso est e hanno bombardato le posizioni dei ribelli.
“Gheddafi ci ha colpiti con razzi enormi. E’ entrato a Ras Lanuf” ha detto il guerrigliero Faraj Muftah. “Eravamo alla porta ovest di Ras Lanuf e siamo stati bombardati”, ha aggiunto un secondo ribelle, Hisham, mentre un terzo militante ha detto che gli scontri continuano intorno alla cittadina: “E’ una battaglia avanti e indietro”, ha spiegato. Gli insorti hanno detto di essere stati sopraffatti dalla superiore potenza di fuoco dei lealisti. Testimoni hanno riferito di aver visto decine di insorti fuggire verso est sui loro pickup.

11.36 – Mosca allarmata da presenza Al Qaida tra ribelli

Mosca è allarmata dalle notizie che elementi di Al-Qaida sarebbero presenti nell’opposizione libica: lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, citato dall’agenzia Interfax. “Stanno arrivando notizia davvero allarmanti, secondo cui elementi di Al-Qaida potrebbero essere presenti molto probabilmente nelle forze dell’opposizione. Questo sicuramente non può che allarmarci. Noi tutti capiamo come tale piaga potrebbe diffondersi in tutta la regione, e non solo lì”, ha dichiarato Lavrov. Il capo della diplomazia russa, dopo aver incontrato il suo collega austriaco Michael Spindelegger, ha detto che a suo avviso “gli obiettivi prioritari sono il cessate il fuoco e colloqui immediati”. “Sono necessarie riforme. Ma i libici dovrebbero decidere da soli quale Stato costruire. E’ chiaro che esso sarà un altro regime, un regime democratico”, ha aggiunto.

11.34 – Belgio contrario ad armare ribelli

Il Belgio è “contrario” ad armare i ribelli libici. E’ la posizione espressa dal ministro degli estero belga Steven Vanackere durante un’intervista alla radio Vrt, spiegando che “lo scopo (dell’intervento militare, ndr) non è di fare ricorso alla forza sino a che Gheddafi lasci il potere”. Per Vanackere, infatti, se il rais “cessa di utilizzare la violenza contro la popolazione civile, la risoluzione 1973 dell’Onu sarà applicata”. A quel punto, però, ne sarà necessaria un’altra “per vedere cosa possiamo fare in seguito”, ha sottolineato il ministro, ricordando che l’obiettivo resta comunque quello di portare Gheddafi davanti alla Corte penale internazionale all’Aja.

11.26 – La Norvegia non armerà i ribelli

La Norvegia, membro della coalizione internazionale che deve proteggere la popolazione civile in Libia, non intende armare i ribelli anti Gheddafi, un’idea sponsorizzata da Usa e Francia per rovesciare in fretta il dittatore libico. “Per quanto riguarda la Norvegia – ha detto il ministro della difesa di Oslo, signora Grete Faremo, citata dal canale pubblico Nrk – dare armi ai ribelli libici non è di attualità”.

11.11 – La Russia boccia l’ipotesi di armare i ribelli

Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov si è detto contrario all’ipotesi che la Nato armi le forze dell’opposizione libica. ”Poco fa il ministro degli esteri francesi ha detto che Parigi è disposta a discutere con i partner della coalizione le forniture di armi per l’opposizione libica. Il segretario generale della Nato Rasmussen ha dichiarato che l’operazione in Libia si svolge per proteggere la popolazione e non per armarla e noi su questo siamo pienamente d’accordo con il segretario della Nato”, ha dichiarato il capo della diplomazia russa, citato dall’agenzia Interfax.

10.42 – Forze pro Gheddafi riconquistano Ras Lanuf

Le forze fedeli al ledaer libico Muammar Gheddafi hanno riconquistato oggi il sito petrolifero di Ras Lanuf, costringendo gli insorti ad abbandonare le postazioni e fuggire ad est. Lo rendono noto giornalisti dell’agenzia France Presse. Secondo le stesse fonti le forze fedeli al regime hanno ripreso il controllo della città a fine mattinata e gli insorti, presi dal panico, hanno cercato ora di ripiegare verso Brega, da loro ancora controllata. Il 27 marzo il terminal petrolifero di Ras Lanuf era stato conquistato dai ribelli libici, rimasti poi bloccati per due giorni senza poter procedere verso Sirte.

9.45 – Farnesina: “Esilio di Gheddafi opzione auspicabile”

Per lavorare sull’ipotesi di un esilio per Gheddafi serve “la collaborazione dell’Unione Africana che purtroppo, e questa è stata una mancanza molto importante, non era presente alla conferenza di Londra”. Lo ha detto il portavoce della Farnesina Maurizio Massari, intervenendo a Radio anch’io. Proprio a Londra, ha sottolineato, sull’ipotesi esilio c’è stato “un comune consenso” e quella che Gheddafi possa lasciare il paese è apparsa come “l’opzione più auspicabile per porre fine alle violenze contro i civili”. Esilio però, ha precisato “non significa impunità, non è un salvacondotto internazionale ma significa solo far sì che Gheddafi possa lasciare la Libia, in modo che possa riprendere, attraverso il cessate il fuoco, il processo politico”.

9.28 – Farnesina: “Armare i ribelli non è soluzione ideale”

”Armare i ribelli sarebbe una misura controversa, una misura estrema e certamente dividerebbe la comunità internazionale”. Lo ha assicurato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari, intervenendo a Radio anch’io. Secondo Massari ”non è affatto detto” che armare i ribelli sia “la soluzione ideale per fermare i massacri della popolazione civile: bisognerà pensarci molto bene, stare attenti”. La nostra posizione – ha proseguito – è “usiamo gli strumenti a disposizione, la no fly zone e i corridoi umanitari per risolvere la situazione sul terreno”.

8.40 – Napolitano: “Non capisco la scelta di Angela Merkel”

”Non capisco la posizione della cancelliera Angela Merkel. Non so quanto la sua decisione di non far partecipare la Germania all’intervento militare in Libia sia stata influenzata dalle imminenti elezioni”, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell’intervista pubblica alla New York University, in occasione del conferimento di una medaglia d’onore alla sua persona. “Scelte come queste – ha aggiunto – non dovrebbero essere influenzate dal fatto che si deve votare nel proprio paese. I leader politici non dovrebbero inseguire i sondaggi, ma guidare i cittadini. Chi per paura di perdere le elezioni rinuncia a scelte come questa, non si rivela un vero leader”. Secondo il capo dello Stato “il fatto che i principali paesi membri dell’Ue si siano divisi sull’intervento militare in Libia è un fatto molto negativo”.

0.52 – Obama: “Armare i ribelli? In esame ogni ipotesi”

Riguardo all’ipotesi di fornire armi ai ribelli in Libia, il presidente Usa Barack Obama ha detto che gli Usa “stanno esaminando tutte le possibilità in campo per fornire supporto al popolo libico in modo da avere una transizione verso un Paese più stabile e pacifico. Le sanzioni internazionali e la pressione militare hanno fortemente indebolito il colonnello Ghaddafi, che oggi non ha più il controllo di grand parte del Paese”. Ai microfoni della Nbc, Obama ha aggiunto: “Grazie alle forti pressioni,non solo militari, ci aspettiamo che Gheddafi ceda e alla fine lasci il potere. La cerchia attorno a Gheddafi ha capito di avere i giorni contati. Tuttavia non è detto che il Colonnello ne sia consapevole, per cui penso sia troppo presto per noi dare il via a un negoziato formale”.

0.02 – Rasmussen: “Nato in Libia per proteggere la popolazione, non per armarla”

Il segretario generaledella Nato Anders Fogh Rasmussen ha detto che l’Alleanza è stata mobilitata in Libia “per proteggere le popolazioni e non per armarle”. Interpellato da SkyNews sulla possibilità di fornire armi agli insorti al termine della conferenza sulla Libia tenuta ieri a Londra, Rasmussen ha risposto che la risoluzione dell’Onu parla chiaro. “Chiede l’imposizione di un embargo sulle armi, e noi dunque siamo là per proteggere le popolazioni e non per armarle”, ha affermato. La questione delle eventuali forniture belliche ai ribelli almeno ufficialmente, secondo il ministro degli esteri britannico William Hague, non è stata affrontata nel corso dei lavori a Lancaster House, ma Francia e Stati Uniti sembrano orientate a non escludere questa ipotesi. Il ministro degli esteri francese Alain Juppè ha riconosciuto che la risoluzione 1973 non lo prevede. “Detto ciò, siamo disposti a discuterne con i nostri alleati”, ha aggiunto. Il segretario di stato americano Hillary Clinton, secondo SkyNews, avrebbe detto che inviare rifornimenti ai ribelli potrebbe essere “legittimo”.

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