Il mondo FQ

Grasso: “Sull’Addaura uomini di Stato frenarono il raggiungimento della verità”

"Ci sono stati elementi che non hanno favorito uno sviluppo normale delle indagini sul fallito attentato nel 1989 a Falcone", lo ha detto il procuratore antimafia che ha parlato anche dell'omicidio del presidente della Sicilia, Piersanti Mattarella, ucciso 31 anni fa dalla mafia: l'inchiesta fu depistata da Vito Ciancimino
Icona dei commenti Commenti

Uomini dello Stato hanno frenato il raggiungimento della verità sul fallito attentato all’Addaura contro Giovanni Falcone. Lo ha detto il procuratore antimafia Piero Grasso, a margine della commemorazione a Palermo di Piersanti Mattarella, il presidente della regione Sicilia ucciso dalla mafia 31 anni fa. “Mi assumo il merito di avere iniziato uno stravolgimento della ricostruzione della dinamica iniziale attraverso il collaboratore Fontana – ha spiegato Grasso – Proprio da quel momento è iniziata una ricostruzione assolutamente diversa. Ci sono stati elementi che non hanno favorito uno sviluppo normale delle indagini. Ci sono stati processi a Caltanissetta nei confronti di artificieri e di altre persone che certamente non hanno contribuito all’accertamento della verità”.

Grasso ha poi parlato dell’omicidio di Mattarella, le cui indagini furono secondo lui depistate da Vito Ciancimino: ”Dopo le prime indagini ho avuto delle intuizioni che però non si sono mai potute dimostrare. Cioè che si tratta di un delitto politico-mafioso, non solo mafioso e non solo politico. La particolarità – ha proseguito – e la complessità del movente o dei moventi dell’omicidio ha impedito che si facesse piena luce. Ci sono state azioni di depistaggio nel corso delle indagini. C’è stata, in particolare, un’attività di depistaggio di Vito Ciancimino allora collante tra politica e mafia nell’attribuire alle Brigate rosse l’omicidio. Questo è indicativo del tentativo di portare da un’altra parte i vertici investigativi dell’epoca”.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione