Libertà e informazione
L’8 dicembre alle undici di sera, ora italiana, il Senato Studentesco della London Metropolitan University, la più grande università di Londra, ha preso atto della grave condizione in cui operano i mezzi di comunicazione italiani, riconoscendo al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi un controllo mediatico inaccettabile per una democrazia occidentale e la responsabilità di essersi sempre sottratto, benchè indagato, al giudizio della magistratura italiana.
Il Senato Studentesco ha dunque votato all’unanimità una mozione per dare supporto ufficiale a tutte le realtà mediatiche indipendenti in Italia, e in particolare al giornale Il Fatto Quotidiano, alla trasmissione televisiva Annozero e al giornalista Marco Travaglio. E’ stato inoltre dato appoggio ed espressa fiducia alla magistratura italiana. La mozione votata è diventata policy del Senato Studentesco della London Metropolitan University e avrà validità per i prossimi tre anni.
Come molte cose qui a Londra, tutto è nato davanti ad una birra presa in un pub poco dopo uno Student Council meeting. Parlando dello scenario politico Italiano col coordinatore della Student Union e con il responsabile della comunicazione, ho cominciato ad elencare le proprietà editoriali del presidente del Consiglio, a descrivere quella che è la sua influenza sui media e a esprimere quali sono i dubbi, talvolta quasi certezze, sulla provenienza della sua ricchezza.
Qui in Inghilterra, purtroppo, la reputazione degli italiani non è più quella di una volta. Siamo visti come quelli che furono grandi costruttori, disegnatori ed artisti, quelli del bel Paese, della cultura, della memoria storica e del buon cibo. Non siamo visti come un paese europeo alla pari della Germania o della Francia, siamo molto più vicini, nella percezione degli inglesi, alla Grecia o al Portogallo. Siamo visti come un paese che ha perso l’orientamento e che è in balia di un piccolo personaggio mediatico che in qualche modo esercita un grande ascendente sul suo popolo.
Quando poi ho descritto ai miei amici e colleghi chi sia effettivamente Berlusconi, sono rimasti esterrefatti. Ho parlato loro di un uomo potente, pericoloso e manipolatore. Che ha fatto della legalità una sua bandiera politica, ma che è sospettato di essere legato a doppio filo con la mafia siciliana. Un uomo che fu massone rinnegato dai massoni. La reazione di incredulità mi ha ricordato quanta assuefazione c’è nel nostro paese rispetto a un uomo con un così grande conflitto di interessi e con un passato così dubbio che diventa presidente del Consiglio; i colleghi, poi, chiedono: “Perché nessuno dice niente?”.
Ho così spiegato ai miei amici inglesi che in Italia c’è qualcuno che ogni giorno racconta quello che è successo e che sta ancora succedendo, come fa Wasteemergency.com, il progetto sui rifiuti campani a cui sto dando vita con altri giovani giornalisti italiani all’estero. E ho spiegato loro il muro di gomma, la cortina d’indifferenza, la sottocultura che Berlusconi ha creato, e che si oppone quotidianamente alla verità.
Avendo avuto modo di capire meglio la situazione italiana, anche i miei amici inglesi hanno voluto compiere un gesto a supporto di tutti i giornalisti, politici, attivisti, registi, presentatori ed editori capaci di offrire, in qualche modo, un punto di vista diverso in un’Italia blindata. E’ stato a tutti loro che hanno voluto dedicare, in un momento molto delicato proprio per gli studenti britannici, questa mozione, per appoggiare indiscriminatamente tutti i media indipendenti ancora capaci di portare avanti il racconto della realtà con la schiena dritta. Riconoscendo come la libertà d’informazione sia un fondamento delle democrazie occidentali.
*Rappresentante della Facoltà di Economia allo Student Council della London Metropolitan University
Nella foto lo Student Council della London Metropolitan University – ingrandisci
