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Lorella Zanardo e il “corpo delle donne”

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Si è sottovalutato il potere della televisione, ignorandone le conseguenze e lasciando gestire con chiari fini commerciali – di cui il corpo delle donne è stato strumento principale – il più potente mezzo di comunicazione in Italia”.

Così scrive Lorella Zanardo nel suo “Il corpo delle donne” (Feltrinelli), il libro che racconta e porta avanti la fortunata esperienza dell’omonimo documentario, realizzato con Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi, incentrato sull’analisi critica del modello di donna plasmato attraverso l’intrattenimento televisivo e la comunicazione pubblicitaria.

E ancora: “… la gente vuole questa televisione perché è questa la televisione che guarda da venticinque anni… La tv crea dei modelli, educa e propone stili di comportamento e di vita. In particolar modo laddove le proposte alternative sono carenti”.

Libro e documentario centrano un punto vivo e hanno fatto molto discutere: l’Italia del “ciarpame senza pudore”, delle adolescenti che trovano naturale vendersi al pappone di turno, delle veline che fanno carriera in politica, è figlia di quel modello culturale di mercificazione del corpo e di annullamento dell’identità femminile. Tra i molti guasti culturali del regime berlusconiano, questo non è secondario.

Lorella ha gettato un sasso nello stagno dell’assuefazione estetica e dello snobismo intellettuale. Oggi è costantemente invitata a dibattiti in giro per l’Italia. Una molteplicità di media si sono occupati dell’argomento che lei ha sollevato. Da questo percorso è nato un progetto di formazione.

Per costruire un modello alternativo, infatti, occorre puntare sulla crescita della consapevolezza e sull’aggiornamento della formazione, perché “spegnare la tv oggi non serve, il vero atto innovativo è guardarla. Insieme a chi normalmente la guarda”.

Sarà un lavoro lungo e faticoso, perché il sistema dominante rema in direzione opposta. Ma qualcuno deve pur cominciare a seminare. E Lorella è tra le persone che sentono questa responsabilità. “Sono convinta che tutto mi riguardi e che le mie azioni possano determinare un cambiamento del Tutto”. Per questo la stimo e seguo con attenzione il suo lavoro.

Il prossimo 2 dicembre l’avremo come ospite del nostro Cabaret Voltaire, a Milano.

Qui trovate il suo blog

Post scriptum
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