Le Ferrovie dello Stato amano le donne, per loro hanno preparato una serie di iniziative fantastiche, addirittura una “Frecciarosa” dove potranno viaggiare gratis.

Solo per un mese (le offerte, per ora, sono valide per ottobre). E solo accompagnate, questo è certo.

Signore e signorine, insomma, non pagheranno il biglietto sui treni a media e lunga percorrenza, ma solo se viaggeranno con la famiglia (Offerta Famiglia Ottobre) o, il sabato, in coppia (Offerta Rosa).

Però, esibendo il biglietto ferroviario “Promo Rosa” potranno entrare gratis nei musei di Roma, Firenze, Venezia e Napoli. Sempre con marito, fidanzato e pargoli al seguito, s’intende.

Le altre, le nubili sfigate senza uno straccio di uomo al fianco, le vedove, le single per scelta o perché così ha voluto la vita, quelle no: biglietto intero, e non disturbare il manovratore.

Poco importa che in Italia le famiglie composte da single siano ormai il 28,4 per cento del totale (a Milano addirittura il 50,6) e che il 62 per cento dei single siano donne. Anzi, peggio per loro, donne giovani e meno giovani che incontriamo sempre più numerose degli uomini nei musei, nelle librerie, al cinema, nei teatri. E sì, anche sui treni: perché tante donne si spostano, preferibilmente in gruppo con le amiche, per visitare le città d’arte, vedere mostre, farsi un viaggetto. Da sole. Perché un uomo non ce l’hanno o non lo vogliono. O l’hanno lasciato a casa a leggere la Gazzetta e a vedere il calcio in tv.

Donne che viaggiano, naturalmente, se possono permetterselo. E non è detto, visto che una donna su due oggi in Italia non ha un lavoro e ormai, per disperazione, nemmeno più lo cerca.

Ecco, deve essere proprio questo il motivo per cui le FFSS non hanno previsto una tariffa speciale per loro: stiano a casa, ché, bambole, non c’è un euro.

E comunque, se proprio si ostinano a voler viaggiare da sole, in particolare quelle fortunate che un lavoro l’hanno ancora, ma magari lontano da casa, Trenitalia offre un servizio in più: le pattuglie Polfer di sole donne sui treni e nelle stazioni per informare sui temi della sicurezza (?) e l’istituzione di un numero gratuito (1522) di pubblica utilità (?). Pendolari paganti ma informate, sempre se dotate di cellulare.

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