Gli atei sono al settimo cielo. Aux anges, direbbero i francesi. Insomma, per dirla tutta, papale papale: stanno da Dio. Ogni giorno nuove importanti adesioni vanno ad arricchire il loro comitato dei garanti: dopo il biologo Richard Dawkins con la sua God Delusion, in cui sostiene che la religione è all’origine di tutti i mali del mondo, inclusi lo tsunami, la marea nera e il crac dei titoli tossici, adesso è la volta di Stephen Hawking, il guru della cosmologia, celebrato autore di Dal Big Bang ai buchi neri, che esce da Bantam Books con un nuovo libro scritto a quattro mani con il fisico di Caltech Leonard Mlodinow: The Grand Design. Per dimostrare cosa? In parole povere, che l’universo si è creato da sé, senza nessun bisogno del Padreterno, e che anzi esistono molti universi paralleli oltre a quello in cui viviamo noi: secondo le teorie della cosmologia moderna, le leggi della gravità e la meccanica quantistica permettono agli universi di apparire spontaneamente dal nulla. “Non è necessario invocare Dio perché illumini il fondale di carta blu e metta in moto il cosmo”. Esultano i militanti dell’Uaar (Unione degli atei e agnostici razionalisti italiani), che stanno già allestendo un nuovo autobus con su scritto “Dio non esiste, fidatevi di Hawking”: capolinea al planetario, e proiezione di filmati sul Big Bang.

Un sito web, annunciando l’uscita del libro, ha titolato: “Hawking: Dio, una variabile non necessaria”. Quasi una pubblicità occulta del mio saggio La variabile Dio, della quale non posso che ringraziare. Ma come appunto spiega in quel libretto Arno Penzias, premio Nobel per la scoperta della radiazione cosmica di fondo, non spetta agli scienziati dimostrare l’esistenza o non esistenza del Creatore. Così come il creazionismo non può ambire allo status epistemologico di teoria scientifica, certe teorie cosmologiche tipo superstringhe o multiverso appartengono più alla metafisica o alla teologia che alla fisica, sono astruse e indimostrabili come la Santissima trinità. Scienza e religione possono tranquillamente convivere, basta che non tentino di invadere l’una il territorio dell’altra.

Sapete che vi dico? Questo Hawking non mi convince nemmeno un po’. Se l’universo può fare a meno di Dio, sono cavoli dell’universo, o del multiverso. È l’uomo che per lo più non riesce a farne a meno, anche quando non aderisce a nessuna religione organizzata. Parlo da laico: non credo in Dio, ma nel mio bisogno di Dio, benché i preti abbiano fatto del loro meglio per estirparmelo. E confesso che quando sento parlare Odifreddi o Margherita Hack, con quella loro sicumera che esclude categoricamente qualsiasi dimensione trascendente quasi fosse sempre e comunque una favola per gonzi, mi viene immediatamente una crisi mistica e corro alla più vicina parrocchia.

L’atteggiamento del vero laico non può che essere un sano scetticismo a 360 gradi verso ogni tipo di dogma e di verità rivelata, incluse quelle scientifiche. Scetticismo non solo nei confronti del papa cattolico, o degli imam, ma anche dei papi atei: da Ratzinger a Hawking, sono tutti fallibili.

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