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Elly Schlein

"Oggi le mafie si muovono agevolmente attraverso i confini europei. Si potrebbe quasi dire, come provocazione, che sanno approfittarsi dell'esistenza di un mercato comune molto più di alcune piccole e medie imprese europee". Elly Schlein, europarlamentare italiana iscritta al gruppo S&D, insiste sulla necessità che gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata vengano portati ad un livello superiore, europeo. Dalle norme antiriciclaggio: "Abbiamo chiesto pubblici registri dei beneficiari finali di aziende e trust, per contrastare chi cerca di nascondere i proventi di attività illegali in società fantasma collocate in giurisdizioni poco trasparenti". Fino al coordinamento delle attività investigative dei Paesi membri: "Poi ci si stupisce che di fronte a fatti di mafia manchino le competenze necessarie per affrontarli"


 

Laura Ferrara

"Ci si scontra con 27 differenti culture giuridiche, con 27 differenti codici penali e procedurali. Per questo è difficile trovare delle connessioni, dei punti in comune". Laura Ferrara, europarlamentare EFDD, spiega il perché degli ostacoli che molti Paesi hanno posto di fronte all'opportunità di estendere a livello europeo istituti come il reato di associazione mafiosa o la normativa per il sequestro preventivo dei beni. "Dove in Italia abbiamo l'obbligatorietà dell'azione penale, altrove abbiamo priorità definite a livello governativo", spiega, ipotizzando che i tempi per l'armonizzazione dei sistemi giuridici in tal senso saranno piuttosto lunghi: "Almeno due, tre anni"


 

Fabio De Masi

La diffusione di attività illegali come il riciclaggio, il traffico di droga, la prostituzione ma anche i finanziamenti al terrorismo, sarebbe legata alla crescente iniquità nella distribuzione della ricchezza, dei redditi. Ne è convinto l'europarlamentare GUE/NGL Fabio De Masi. E precisa: "Più cresce la disuguaglianza, anche a causa di tagli e austerity, più diminuiscono le opportunità di investimento nell'economia reale e legale. E più i capitali cercano altri mezzi per avere un ritorno sugli investimenti"


 

Juan Fernando Lòpez Aguilar

"Quando la Spagna affrontava da sola il dramma del terrorismo, gli altri Paesi si comportavano come non fosse affar loro. Oggi non possono più voltarsi dall'altra parte. Così deve essere per la mafia e la criminalità organizzata in generale". A spiegarlo è Juan Fernando Lòpez Aguilar, europarlamentare S&D, già ministro della Giustizia di Zapatero. Ma aggiunge: "Al momento però manca la volontà politica di mantenere le promesse fatte nel Trattato di Lisbona (art. 83). Il percorso è già scritto, è tutto nel trattato, bisogna fare quanto è stato promesso"


 

Claudio Fava

"L'idea che esista un meccanismo associativo e sistemico non è ancora entrata in molte delle culture giuridiche europee. Così un individuo parte di una organizzazione criminale pagherà sempre individualmente con reati che non sono sufficienti a colpire gli interessi di realtà come mafia, 'ndrangheta, camorra. Capaci di fatturati pari al PIL di interi Stati". Sono le parole di Claudio Fava, vicepresidente della Commissione antimafia del Parlamento Italiano. Fava, già europarlamentare, aggiunge: "Difficile pensare che esista un paese europeo con un'economia importante dove queste organizzazioni non siano radicate"

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