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Grecia, l’Inferno dei viventi

Grecia, l’Inferno dei viventi

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SOMMARIO

  1. INTRO
  2. Grecia, l’Inferno dei viventi
  3. Le 60mila anime nascoste. Da Skaramangas al Monte Olimpo
  4. “Qualcuno ce la farà”. La libertà passa per le scuole
  5. Hotel City Plaza – L’alternativa
  6. Kapnikos – La farmacia che dà medicine gratis. A tutti
  7. Carry the future – L’ong nata in una notte
  8. Rami – La città invisibile
  9. Rima – La maestra con i sensi di colpa
  10. Kayhan – La musica

In Grecia c’è la guerra. Ce l’hanno portata i siriani, gli afghani, gli iraniani, ce l’ha portata la troika, Bruxelles, Alexis Tsipras. Ce l’hanno portata gli uomini. Le città sono fortini di resistenza: centri di normalità fanno ombra a strade di periferie abbandonate dove si lotta per l’aria e per il pane. Se alla biforcazione di un qualsiasi incrocio prendi la direzione che porta al mare o alle montagne, lontano dalle luci abitate, trovi i campi dei migranti. Che sia il porto di Skaramangas, 45 chilometri da Atene, o l’ex ospedale psichiatrico di Petra sul Monte Olimpo nel Nord del Paese, ogni anfratto è buono per nascondere la vergogna di esseri umani strappati alle loro case e ora diventati animali.

La crisi dei migranti ha travolto la Grecia quando la Grecia era travolta da se stessa: dall’economia che arranca, da un governo passato dall’essere l’ultima speranza al grande traditore, da privatizzazioni continue che fanno sentire come se venisse a mancare la terra sotto i piedi. Nel 2015 un milione di esseri umani ha attraversato il Mediterraneo per cercare una via di fuga in Europa. Secondo i dati dell’agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR), nel 2016 sono 173mila e 450 le persone che hanno preso il mare partendo dalla Turchia e hanno raggiunto i porti di Chios, Lesbo, Ios o Atene. Sognavano l’Europa della democrazia e dei diritti, hanno trovato accampamenti dispersi nel nulla, frontiere chiuse e burocrazia infinita. Hanno trovato fame e paura.

La crisi dei migranti ha travolto la Grecia quando la Grecia era travolta da se stessa

Dopo l’accordo Ue-Ankara del 20 marzo 2016, sulla base del quale tutti i migranti in arrivo sono respinti se la loro richiesta d’asilo non viene accettata, sono oltre 60mila le persone bloccate sul territorio greco. I centri destinati all’accoglienza sono circa un centinaio: sono distese di tende, container nei casi più fortunati, o accampamenti dentro fabbriche abbandonate. Il governo provvede per il livello minimo di cibo e la sicurezza, il resto è nelle mani di volontari che troppo spesso sono soli a lottare contro i mulini a vento. “Il mondo si è già abituato all’emergenza”, raccontano loro, “e ha dimenticato che qui si continua ad avere bisogno: mancano uomini a vigilare, manca da mangiare e l’assistenza medica non sempre è garantita. Le violenze sono all’ordine del giorno”. Le estati e gli inverni si rincorrono tutti uguali da ormai due anni e ogni volta il governo si fa trovare impreparato: strutture temporanee e accampamenti non riescono a garantire condizioni di vita dignitose di fronte al caldo torrido di agosto o al gelo di dicembre.

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Da una parte sovraffollamento, burocrazia e frontiere, dall’altra le mani di chi non riesce a restare a guardare. Di chi come Rita esce dal lavoro e va a distribuire scatoloni di aiuti o di chi come Cristal ha creato una ong da 5mila volontari in una notte. Da mamma ha lanciato una raccolta fondi su internet per raccogliere marsupi che servono a trasportare i bimbi. In 24 ore il conto è esploso e dopo due giorni aveva camion di donazioni da tutto il mondo.

In Grecia lo chiamano “filotimo” ed è il senso di ospitalità, lo spirito di chi apre le porte di casa sua e divide quello che ha con te. Come la farmacia di Kapnikos, a Katerini: nata per fornire farmaci ai greci senza assicurazione sanitaria, si è presa cura anche dei 2mila profughi accampati fuori dalla città. Nessuno ha pensato che avrebbero potuto fare delle distinzioni. “La salute è il diritto di ogni europeo, di ogni persona che arriva sulla mia terra”, dice Elias che da quelle parti tutti considerano come leader. Più giù, nella Capitale, la rivoluzione provano a farla dentro un ex hotel a tre stelle: si chiama City Plaza e accoglie 400 migranti. “Siamo abusivi, ma siamo un’alternativa: la convivenza è l’unica strada per non far vivere le persone come animali nei campi”, dicono. La vita è scandita dai turni in cucina e per le pulizie. Nessuno sa fino a quando durerà.

Il tempo è l’angoscia: scorre sempre uguale trascinandosi via i giorni mentre esseri umani fissano soffitti posticci sperando di ricordarsi il senso. Kayhan, musicista iraniano di 27 anni, dice che non potrà più comporre, che il suo cuore è di ghiaccio e che ha la testa troppo pesante per pensare alle note. Rami si presenta come doppio rifugiato, palestinese in Siria e siriano in Grecia. A ucciderlo ogni mattina è la noia e per questo gira con due libri sempre nel borsello: il dizionario arabo-greco e Le città invisibili di Italo Calvino. “Me l’ha consigliato un amico per sopravvivere all’inferno”, dice. Alan invece passa le giornate a insegnare inglese ai piccoli del campo di Ritsona: “Perché qualcuno di loro ce la farà. Non tutti, ma qualcuno sì”. Lui è malato dalla nascita e il viaggio lo ha fatto in groppa a un cavallo mentre la madre trasportava a braccio la sua sedia a rotelle. “Ma quella è un’altra storia”.

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La storia di adesso parla di una lotta per esistere, per resistere, per non essere dimenticati. Inizia con i vestiti spaiati e le magliette fuori misura e ha la sua battaglia più difficile ogni volta che Beiruss esce dalla cucina e dice che per oggi il cibo è finito. Quando Rima è arrivata con le sue due figlie piccole e il marito sull’isola di Lesbo non poteva credere di essere ancora viva. Fradicia e sporca ha fermato una signora per chiedere una maglia asciutta: “Tornatene al tuo Paese”, le ha risposto quella donna. “Go back. We don’t want you”. Lei ha pensato alla sua casa sotto le bombe e ha capito che non era salva. Non ancora.

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  1. INTRO
  2. Grecia, l’Inferno dei viventi
  3. Le 60mila anime nascoste. Da Skaramangas al Monte Olimpo
  4. “Qualcuno ce la farà”. La libertà passa per le scuole
  5. Hotel City Plaza – L’alternativa
  6. Kapnikos – La farmacia che dà medicine gratis. A tutti
  7. Carry the future – L’ong nata in una notte
  8. Rami – La città invisibile
  9. Rima – La maestra con i sensi di colpa
  10. Kayhan – La musica
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