Gli europei sono “pronti” a dare garanzie di sicurezza a Kiev e aspettano il “sostegno” Usa
Gli europei sono “pronti” a dare garanzie di sicurezza all’Ucraina, e aspettano un “sostegno” statunitense, come afferma l’Eliseo che ospiterà un nuovo vertice giovedì mattina. Ma non tutti i Paesi sono esattamente allineati. A diverse cancellerie non ha fatto piacere l’esplicito riferimento di Ursula von der Leyen a una “roadmap” per il dispiegamento di truppe, l’ipotesi sostenuta da inglesi e francesi. “L’Ue non è competente in materia”, ha notato il tedesco Friedrich Merz, che parteciperà in videocollegamento pur avendo nella stessa giornata un impegno in Francia, a Evian, con Emmanuel Macron. Da remoto interverrà anche Giorgia Meloni, che da sempre osteggia l’operazione militare insistendo invece su un trattato multilaterale di assistenza a Kiev mutuato dall’articolo 5 della Nato.
Con queste premesse Macron si prepara ad accogliere a Parigi Volodymyr Zelensky, con cui avrà un incontro e una cena alla vigilia della riunione, che sarà co-presieduta da Keir Starmer e avrà in presenza alcuni leader, fra cui von der Leyen e lo spagnolo Pedro Sanchez, non un assiduo partecipante alle riunioni dei volenterosi. “A livello politico – ha detto un consigliere del presidente francese – il messaggio essenziale che dovrà passare è che siamo non solo volenterosi e capaci, ma che siamo pronti. Abbiamo abbastanza contributi per poter dire agli americani che siamo pronti a prenderci le nostre responsabili”. Il vertice, per la stessa fonte, servirà a verificare che la coalizione “ha il sostegno degli americani per garantire la sicurezza dell’Ucraina”, il cosiddetto backstop, supporto, logistica e intelligence. E che Washington mantenga i suoi sforzi per ottenere la tregua. Dall’Eliseo hanno spiegato che al vertice ci sarà un rappresentante degli Usa (si dice il segretario di Stato Marco Rubio, ma non è stato specificato) e che Macron “parlerà di nuovo al presidente Trump molto presto”.
La prima garanzia di sicurezza su cui i partner concordano è il sostegno all’esercito ucraino. Sul resto c’è prudenza, soprattutto da Roma e Berlino. “Almeno in Germania non esistono” piani concreti per un intervento militare, ha frenato Merz, chiarendo che si potrà decidere in merito a garanzie di sicurezza a lungo termine solo dopo un cessate il fuoco o un accordo di pace. E anche in queste condizioni, Merz ha affermato che avrebbe “notevoli riserve” sull’impiego di soldati tedeschi. “Ci sono ancora molti, molti ostacoli da superare, e forse ci vorrà anche molto tempo”, ha concluso il cancelliere, che ribadirà la proposta di Ginevra come “sede adeguata per un accordo di cessate il fuoco” e chiederà ai volenterosi di rilanciare un invito alle parti in causa.